lunedì 2 aprile 2018

Quando lavorare uccide

Ieri era Pasqua, il giorno della Resurrezione di Cristo, e per chi è credente un giorno di giubilo e di festa. Anche quest'anno, benché capitasse il primo di Aprile, Gesù Cristo non ci ha fatto scherzi, ha abbandonato il suo sepolcro, e il suo corpo, che credevamo mortale, è risorto a nuova vita. 
Per festeggiarlo qualcuno si è recato a messa, qualcuno no, ma quasi tutti, praticanti e non, hanno onorato la Pasqua del Signore davanti a tavole imbandite, con piatti tradizionali, dolci tipici, e uova di cioccolato con sorpresa. 
Non per tutti però è stata una giornata di festa, c'è chi ha dovuto lavorare. C'è chi ha scelto o gli è capitato di fare uno di quei lavori per cui non ti puoi riposare neanche nei giorni di festa. Penso ai medici ospedalieri, agli infermieri, alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, e a tante altre categorie che nelle domeniche e negli altri giorni festivi sono costretti a fare i turni. Lo stesso dicasi per i lavoratori del settore ristorazione e del turismo. Per loro le domeniche e gli altri giorni rossi sul calendario, sono giorni in cui si lavora più che nei feriali. 
Da qualche anno c'è poi una grande polemica in Italia sui centri commerciali. In nome di un'altra religione, quella dell'economia, pare che non ci si debba fermare nemmeno nei giorni di Pasqua, e di Pasquetta. La gente non può fare a meno di comprare, neanche in quei giorni, perché il consumismo va difeso, incentivato, incrementato. Se i centri commerciali sono chiusi dove si fa la spesa nei giorni festivi, e come si può sopravvivere senza fare shopping, visto che gli altri giorni non abbiamo il tempo? E soprattutto se non ci sono megastore aperti la domenica dove andiamo? 
Da quando vivo qui in Germania ho riscoperto invece che con i negozi chiusi la domenica si sopravvive benissimo, e il tempo lo si può passare andando al parco, a passeggio, o stando in famiglia. 
Perché che tu sia un lavoratore o un cliente della domenica, è la famiglia che paga per questa mancanza di tempo, ne risentono sempre i rapporti umani, e  a questa mancanza di tempo a volte si cerca di recuperare come si può. 
Ieri però, proprio nel giorno di Pasqua, due lavoratori a casa non ci sono tornati più. Lavoravano in un'azienda di mangime, a Treviglio, in provincia di Bergamo. Sulle prime ci si è chiesti cosa ci facessero in azienda anche il giorno di Pasqua. Qualcuno poi avrebbe detto che ci si sono recati per un'emergenza, pare che gli abitanti della zona sentissero un cattivo odore. Probabilmente l'allerta andava gestita in altro modo, visto che l'esplosione di un'autoclave si è portata via la vita di due padri di famiglia. Questo è stato purtroppo il terzo episodio in pochi giorni, dopo gli incidenti di Livorno in cui hanno perso la vita due operai, e quello di Bologna in cui è morto un cinquantaseienne che lavorava alla linea elettrica ferroviaria. Una vera settimana di passione, per questi lavoratori che purtroppo non risorgeranno. Le chiamano morti bianche, e le vittime sono state oltre 13mila negli ultimi 10 anni e se date un'occhiata a questo blog vi accorgerete che è una vera e propria strage, che meriterebbe più attenzione. 
Mentre alla radio si sente spesso la canzone de "Lo Stato Sociale" che si interroga sul "vivere per lavorare, o lavorare per vivere", varrebbe la pena di fare una riflessione sulla sicurezza sul lavoro, perché nel 2018, non si dovrebbe "lavorare per morire", cosa che tuttavia accade davvero troppo spesso.