sabato 15 dicembre 2018

FACCIO IL TIFO PER L'ASTEROIDE (e anche per Anastasio e per il Napoli)

FACCIO IL TIFO PER L'ASTEROIDE  
(e anche per Anastasio e per il Napoli) 


Torno a scrivere dopo molti mesi, e lo faccio per un'emergenza creativa, per mettere nero su bianco alcuni pensieri e ritrovarne il filo logico. 
Scrivo dunque per me e non per gli altri, anche se non nascondo che l'idea che un mio scritto possa far nascere una riflessione solletica il mio ego.
Per una volta non vorrei scrivere di politica, o di fatti di cronaca, ma vorrei scrivere di musica, e di come questa possa suscitare emozioni diverse. C'è una musicalità anche nelle parole, ed è per questo che gli uomini accompagnano le melodie e i ritmi con i testi. Testi d'amore, impegnati, messaggi profondi, evasioni estive. 
Così nascono canzoni poetiche che ci accompagnano una vita e sopravvivono a chi le ha scritte, che ci fanno riflettere su amori perduti o su cieli sempre più blu, o che durano una sola stagione e ci martellano fino alla nausea per qualche mese e mai più, fiumi di parole gettate in un mare d'oblio. 
Il casus belli che mi ha fatto nascere l'urgenza grafologica è la ribalta conquistata da un ragazzo vincitore di un talent, X Factor, il ventunenne Anastasio, che mi ritrovo a difendere da qualche giorno sui  social, quasi lo conoscessi, come se fosse un mio amico, o un nipote, o addirittura un figlio. 
Si, perché le mie difese a qualcuno sono sembrate molto, troppo appassionate, e devo riconoscere che anche se non l'ho mai incontrato di persona questo ragazzo ha per me un'aria familiare, perché ai miei figli somiglia, come somiglia a molti altri ragazzi di oggi, che ho conosciuto. 
Ha negli occhi qualcosa che non lascia indifferenti, ha una rabbia mista a un'aria di sufficienza, a tratti strafottenza, saccenza, finta sicurezza, arroganza, che a volte ho letto nello sguardo dei miei figli.
Due giorni fa in molti lo lodavano, il pubblico del televoto lo ha decretato vincitore, mentre sui social era già cominciata una campagna denigratoria, a partire da una rivista minore che ha sbirciato nel suo profilo FB mettendo in luce i suoi like a Casapound e a Salvini, fino a rimbalzare sui grandi giornali. Tutti hanno fatto un articolo sulle presunte preferenze politiche, e sulle sue dichiarazioni post vincita, in cui si dichiara libero pensatore.
Persino la pagina Sarrismo e Rivoluzione che prima lo aveva acclamato per la sua canzone "Come Maurizio Sarri" ora lo sconfessa. 
Intanto la destra prova ad accaparrarsi l'idolo, Casapound lo condivide, e lui dichiara che la cosa gli ha fatto girare un po' le palle.
Si, in effetti tutta questa polemica le sta facendo girare un po' anche a me, e per diversi motivi.
Non si era ancora sedata la polemica sul concerto di Sfera Ebbasta finito in tragedia dove il popolo del web ha decretato che i test del trapper erano concausa della morte dei ragazzi, e che i genitori italiani che hanno permesso ai figli di andare in quella discoteca sono dei pessimi genitori e meritavano di vedere morire i loro pargoli anche solo per avergli permesso di ascoltare pessima musica, che di polemica ne arriva un'altra. 
Un altro motivo che mi fa trovare la faccenda irritante è che il like a Salvini ce l'ho anche io, come ho il like a Berlusconi, a Di Maio, a Di Battista e alla Meloni. Ho il like a un sacco di politici che non mi sognerei mai di votare, e quando l'ho fatto presente qualcuno mi ha detto che per restare informata bastava mettere il "segui" e non il like. Oh, guarda... non ci avevo pensato.
Il fatto è che io non volevo mettere il segui, ma proprio il like, e li ho messi dovunque: l'ho  fatto quando ho riflettuto su alcune notizie sull'utilizzo dei social per influenzare il voto politico. 
Non voglio essere tracciabile. Non voglio dare informazioni sulle mie preferenze, informazioni preziose per qualcuno, e dargliele  anche gratis. 
Sicuramente Anastasio nel mettere i suoi like avrà fatto un ragionamento diverso dal mio, può darsi che a lui Casapound piaccia veramente, o forse no, ma questo non giustifica né il linciaggio della sinistra, né la strumentalizzazione della destra. 
In tutto questo agitare le acque delle polemiche sui social, si perdono pezzi importanti che, secondo il mio parere,  sono soprattutto due.
Il primo è il bellissimo testo del pezzo inedito con cui Anastasio ha vinto il talent, che parla del disagio giovanile come difficilmente hanno saputo fare le canzoni, che ci fornisce una chiave di lettura per capire i giovani, sempre che noi i giovani vogliamo davvero capirli, perché il primo passo per capirli sarebbe quello di ascoltarli invece di giudicarli. 
Il secondo è che Anastasio nelle dichiarazioni di ventunenne un po' meravigliato dal clamore e dal successo raggiunto, ha dichiarato di avere votato scheda bianca, e quindi implicitamente ha detto di non fidarsi minimamente di nessuno tanto da dargli la sua fiducia di elettore. I giovani che non si fidano della politica. Che non votano. Che votano scheda bianca. I giovani che si sono sentiti traditi dalla politica. Che non si sentono "né di destra né di sinistra". Un messaggio chiaro su cui riflettere Anastasio in fondo ce l'ha dato. 
Nonostante questo ognuno prova a strumentalizzare le sue parole, e mentre la sinistra lo mette al bando per due like su FB, la destra prova ad accaparrarselo per farne una sua icona. 
Eppure il testo della sua LA FINE DEL MONDO lui lo dice chiaramente: 



Non mi rompete il cazzo con 'sta fretta di decidersi, 


lasciatemi, non fatemi alzare dal letto 

Scendetemi di dosso con 'sta fretta di decidersi voi, voi non fatemi alzare dal letto. 



Voi non solo non gli siete "scesi di dosso". espressione italianizzata del molto partenopeo "scinneme a cuollo" molto popolare nello slang dei ragazzi napoletani, no, voi non solo vi siete aggrappati addosso, ma avete pure provato a trascinarlo ognuno dalla propria parte. La libertà di cui tanto parlate, a cui avrebbe diritto un artista, ve la siete dimenticata, perché su ogni cosa con cui entrate a contatto voi sentite il bisogno di mettere un'etichetta, e magari anche un prezzo. 

Mi torna prepotente in mente l'immagine della sua canzone, in cui ipotizza una fine del mondo ad opera di un asteroide guidato da lui stesso, che distrugge tutto, dalla Cappella Sistina alle persone dalle facce spente, come se non vi fosse possibilità di salvezza oltre la distruzione totale. A giudicare da quanto ho letto, mi verrebbe quasi da dargli ragione. So che non mi leggerà, e non credo gli possa interessare il mio anziano pensiero, ma mi verrebbe da dirgli: "Caro Anastasio, se un giorno deciderai davvero di andare a prendere l'asteroide per distruggere il mondo, fammelo sapere. Potrei sempre darti le chiavi della mia macchina e continuare a fare il tifo per te da casa mia."