Per chi fosse interessato lo riporto qui:
Gli
ultimi due anni per chi vive nella scuola sono stati estremamente
difficili. Nessuna delle azioni di lotta intraprese, a cominciare
dallo sciopero del 5 maggio con partecipazione da record, a ogni
flash mob, presidio, sciopero della fame, e` servito a fare ascoltare
il parere degli addetti ai lavori della scuola su un disegno di
legge diventato legge nel luglio 2015 che ha poi mostrato in questi
due anni tutte le criticita` che avevamo ben visto, e anche di piu`.
In questi due anni molti precari che dovevano essere stabilizzati
gia` da sentenza della corte europea hanno dovuto prendere la valigia
e abbandonare le famiglie, docenti di ruolo sono finiti per aver
dovuto chiedere il trasferimento a fare i potenziatori, pur avendo
alle spalle anni di esperienza di ruolo. Ma non e` solo questo. La
rivendicazione contro la 107 non e` una rivendicazione professionale,
perche` la scuola non e` solo degli insegnanti. A scuola, da
genitori, da alunni o da docenti, ci entriamo tutti e a volte
rivestendo piu` ruoli contemporaneamente, e per questo riguarda
ognuno di noi. La nostra difesa della scuola e` una difesa alla
costituzione, ed e` per questo che la maggior parte degli insegnanti
ha proseguito a manifestare il proprio dissenso gettandosi a
capofitto nella campagna referendaria del dicembre scorso.
Nel
gruppo di lavoro dedicato alla scuola la prima cosa che e` venuta
fuori e` la necessita` che un programma di governo deve
necessariamente perdere le ambiguita`. Dovra` essere scritto a
caratteri cubitali che chi si candida ad essere alternativa deve
abolire la 107, abolire la cosiddetta buona scuola che noi conosciamo
come pessima, nei risultati reali.
Ma
dire che si vuole abolire la 107 non basta, o resta un inutile slogan
se non si spiega come e quale scuola si intende costruire.
Abolire
la 107 per costruire la Scuola della Costituzione
E’
proprio dalla seconda parte dell’articolo 3 della Costituzione. che
vogliamo partire, poiché è da qui che deriva il compito della
Scuola Statale, e di conseguenza il mandato di tutti i lavoratori che
vi prestano servizio.
Alla
libertà di insegnamento sancita dall’articolo 33 della
Costituzione, condizione necessaria per l’espletamento di un
insegnamento che assolva al suo compito costituzionale deve
corrispondere una liberalità nella formazione dell’allievo e del
suo apprendimento disciplinare. I saperi e la conoscenza devono
dunque essere liberamente insegnati e liberamente appresi.
negli
ultimi due decenni abbiamo dovuto registrare un progressivo
accantonamento dei principi costituzionali che sono stati messi da
parte per sottostare a logiche aziendalistiche, burocratiche,
efficientistiche.
Le
varie riforme che si sono succedute sono state innanzitutto
operazioni di tagli mascherati da ammodernamento, che prima
velatamente e poi più sfacciatamente hanno risollevato le sorti
delle scuole private, e anche laddove sono stati investiti soldi, i
criteri di distribuzione sono stati assolutamente arbitrari e
discutibili. La legge 107 nota col nome di Buona Scuola è stata
secondo il parere della quasi totalità degli operatori del settore,
un enorme fallimento.
ASPETTI
PEDAGOGICI E DIDATTICI
Tanti
gli aspetti critici e criticabili di questa legge, a partire dalla
Alternanza Scuola Lavoro, che di fatto allontana gli studenti dalla
libertà di formazione, per abituarli al successivo percorso
lavorativo fatto di diritti negati, mancanza di tutele e di
sfruttamento.
Crediamo
fermamente che la scuola debba essere dotata di ogni strumento sia
didattico che strutturale per garantire un approccio anche
laboratoriale, che faciliti la trasformazione delle conoscenze in
competenze senza però dover finalizzare l’apprendimento ai
processi produttivi.
ASPETTI
FINANZIARI Per realizzare tutto ciò occorre un investimento di
risorse finanziarie significative che compensino quanto è stato
“rapinato” alle Scuole Statali negli ultimi 20 anni.
Nonostante
i proclami governativi l’Italia è infatti nella classifica
eurostat il paese che investe meno in tutta la UE per l’istruzione.
MESSA
IN SICUREZZA EDILIZIA SCOLASTICA
Altro
aspetto significativo e su cui bisognerebbe avanzare proposte
concrete è quello della messa in sicurezza di tutti gli edifici
scolastici del territorio nazionale. I dati del rapporto di
Legambiente sulla qualità degli edifici scolastici è infatti
abbastanza allarmante
I
recenti terremoti che hanno duramente messo alla prova il nostro
territorio, e il crollo di diverse strutture che pure erano state
ristrutturate solo pochi anni fa, impongono una riflessione.
A
tal proposito è necessario pensare a un grande Piano Nazionale delle
opere scolastiche, che non sia dipendente dai singoli enti locali, ma
che metta in sicurezza secondo le norme antisismiche ed energetiche
l’intera edilizia scolastica del paese.
RECLUTAMENTO
DEL PERSONALE
Ci sono altri temi che riguardano la scuola e che
devono interessare la politica, ad esempio il reclutamento del
personale docente. Conosciamo tutti l’odissea dei precari,
costretti ad inseguire specializzazioni, titoli abilitanti, regole
che cambiano di continuo, e che li ha costretti a un esborso di
danaro notevole, ad anni di studio non sempre utili a un autentico
arricchimento culturale e didattico, a trafile in graduatorie ad
esaurimento ma di fatto inesauribili. Non sempre i vari step hanno
portato al risultato sperato, e cioè a una stabilizzazione
professionale. Quello che sarebbe auspicabile per il futuro è che
questo aspetto venga affrontato con grande attenzione, e risolto con
regole chiare, stabili e durature. La professione docente richiede
competenze notevoli, sia sotto il profilo pedagogico che culturale, e
una scuola di qualità non può reclutare il suo personale con un
domandone lotteria affidando la sua destinazione a un algoritmo
misterioso. Inoltre bisognerebbe per tutto il personale docente
assicurare una formazione in servizio curata dai dipartimenti di
Scienze della Formazione delle Università.
CONTRATTO
E RETRIBUZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA
Anche per quanto riguarda
la retribuzione del personale, la 107 si è rivelata disastrosa. Il
bonus premiale attribuito dal dirigente su criteri differenti da
scuola a scuola dal Comitato di Valutazione sta creando numerosi
problemi, in quanto viene a minare la cooperazione tra docenti
auspicabile per un buon funzionamento dell’intera istituzione
scolastica. La stessa prestazione lavorativa deve garantire a tutti
la stessa retribuzione, e ulteriori compensi accessori devono essere
determinati o da criteri oggettivi e uguali per tutti (anzianità di
servizio) o da prestazioni accessorie (progetti aggiuntivi,
particolari funzioni). Le politiche di retribuzione aggiuntiva, per i
D.S,, differenziata per regione e complessità delle istituzioni
scolastiche, risultano inique e divisive, con incarichi in base a
criteri discutibili e spesso illegittimi. La retribuzione dei
docenti, considerato anche che dal 2010 lo stipendio medio dei
lavoratori della scuola ha perso il 12,4% del proprio potere
d’acquisto (sole 24h) dovrebbe essere adeguata a quella dei docenti
degli altri paesi della UE, poiché la mole di responsabilità che
esso comporta deve essere adeguata allo stipendio, in modo che
l’insegnamento sia considerato un lavoro prestigioso ed ambito, e
non un rifugio attraverso il quale ottenere uno stipendio basso ma
sicuro in tempi di crisi.
Anche l’inclusione degli alunni con
disabilità, ma anche dei BES e degli alunni con DSA è un tema
scottante, e non può essere affidato alla disponibilità dagli
insegnanti di classe o delle singole materie, già alle prese con
classi pollaio e di alunni con specifiche esigenze. Anche per questo
aspetto andrebbero investite risorse umane e finanziarie (insegnanti
di sostegno, abbattimento barriere architettoniche, dotazione di
sussidi didattici).
SPERIMENTAZIONI
E MONITORAGGIO
Per tutto quello che riguarda le varie innovazioni
introdotte negli ultimi anni sperimentazioni in atto sarebbe bene
istituire un Osservatorio Nazionale che possa monitorarne i
risultati, visto che i danni arrecati agli allievi per una
sperimentazione fallimentare possono ripercuotersi su una intera
generazione e sulla vita del paese. Tale istituzione sarebbe
certamente più utile del costoso carrozzone dell’Invalsi,
struttura inattaccabile e sempre più incentivata proprio per gli
interessi monetari che esso cela.
In
conclusione sento il dovere di fare una precisazione. Ci sono
problemi che non spariscono se facciamo finta di non vederli, e l'autocritica invece deve essere al centro di un percorso che non voglia rifare sempre gli stessi errori. Quando si parla di lista unitaria a sinistra, il mondo della scuola ha un
enorme problema, perché tra le fila dei soggetti politici
interessati troviamo persone che la legge 107 l'hanno votata, persone
che al di la` dei loro convincimenti personali, hanno preferito
rispondere alle logiche di appartenenza rispetto alla loro liberta`
di coscienza sancita dall'articolo 67 della Costituzione. Hanno
ritenuto di dover obbedire alla linea del partito, ostaggi di un
segretario arrogante piuttosto che al programma Italia Bene Comune
che era quello con in quale si erano presentati agli elettori e in
base al quale erano stati eletti.
Questo
causa enormi problemi di credibilita`, perche` sono davvero poche le
persone che possono dirsi non responsabili di un tale massacro della
democrazia avvenuto nelle scuole, massacro che operatori e studenti pagano quotidianamente sulla nostra pelle, e per il quale ancora nessuno ci ha
chiesto scusa.