sabato 15 dicembre 2018

FACCIO IL TIFO PER L'ASTEROIDE (e anche per Anastasio e per il Napoli)

FACCIO IL TIFO PER L'ASTEROIDE  
(e anche per Anastasio e per il Napoli) 


Torno a scrivere dopo molti mesi, e lo faccio per un'emergenza creativa, per mettere nero su bianco alcuni pensieri e ritrovarne il filo logico. 
Scrivo dunque per me e non per gli altri, anche se non nascondo che l'idea che un mio scritto possa far nascere una riflessione solletica il mio ego.
Per una volta non vorrei scrivere di politica, o di fatti di cronaca, ma vorrei scrivere di musica, e di come questa possa suscitare emozioni diverse. C'è una musicalità anche nelle parole, ed è per questo che gli uomini accompagnano le melodie e i ritmi con i testi. Testi d'amore, impegnati, messaggi profondi, evasioni estive. 
Così nascono canzoni poetiche che ci accompagnano una vita e sopravvivono a chi le ha scritte, che ci fanno riflettere su amori perduti o su cieli sempre più blu, o che durano una sola stagione e ci martellano fino alla nausea per qualche mese e mai più, fiumi di parole gettate in un mare d'oblio. 
Il casus belli che mi ha fatto nascere l'urgenza grafologica è la ribalta conquistata da un ragazzo vincitore di un talent, X Factor, il ventunenne Anastasio, che mi ritrovo a difendere da qualche giorno sui  social, quasi lo conoscessi, come se fosse un mio amico, o un nipote, o addirittura un figlio. 
Si, perché le mie difese a qualcuno sono sembrate molto, troppo appassionate, e devo riconoscere che anche se non l'ho mai incontrato di persona questo ragazzo ha per me un'aria familiare, perché ai miei figli somiglia, come somiglia a molti altri ragazzi di oggi, che ho conosciuto. 
Ha negli occhi qualcosa che non lascia indifferenti, ha una rabbia mista a un'aria di sufficienza, a tratti strafottenza, saccenza, finta sicurezza, arroganza, che a volte ho letto nello sguardo dei miei figli.
Due giorni fa in molti lo lodavano, il pubblico del televoto lo ha decretato vincitore, mentre sui social era già cominciata una campagna denigratoria, a partire da una rivista minore che ha sbirciato nel suo profilo FB mettendo in luce i suoi like a Casapound e a Salvini, fino a rimbalzare sui grandi giornali. Tutti hanno fatto un articolo sulle presunte preferenze politiche, e sulle sue dichiarazioni post vincita, in cui si dichiara libero pensatore.
Persino la pagina Sarrismo e Rivoluzione che prima lo aveva acclamato per la sua canzone "Come Maurizio Sarri" ora lo sconfessa. 
Intanto la destra prova ad accaparrarsi l'idolo, Casapound lo condivide, e lui dichiara che la cosa gli ha fatto girare un po' le palle.
Si, in effetti tutta questa polemica le sta facendo girare un po' anche a me, e per diversi motivi.
Non si era ancora sedata la polemica sul concerto di Sfera Ebbasta finito in tragedia dove il popolo del web ha decretato che i test del trapper erano concausa della morte dei ragazzi, e che i genitori italiani che hanno permesso ai figli di andare in quella discoteca sono dei pessimi genitori e meritavano di vedere morire i loro pargoli anche solo per avergli permesso di ascoltare pessima musica, che di polemica ne arriva un'altra. 
Un altro motivo che mi fa trovare la faccenda irritante è che il like a Salvini ce l'ho anche io, come ho il like a Berlusconi, a Di Maio, a Di Battista e alla Meloni. Ho il like a un sacco di politici che non mi sognerei mai di votare, e quando l'ho fatto presente qualcuno mi ha detto che per restare informata bastava mettere il "segui" e non il like. Oh, guarda... non ci avevo pensato.
Il fatto è che io non volevo mettere il segui, ma proprio il like, e li ho messi dovunque: l'ho  fatto quando ho riflettuto su alcune notizie sull'utilizzo dei social per influenzare il voto politico. 
Non voglio essere tracciabile. Non voglio dare informazioni sulle mie preferenze, informazioni preziose per qualcuno, e dargliele  anche gratis. 
Sicuramente Anastasio nel mettere i suoi like avrà fatto un ragionamento diverso dal mio, può darsi che a lui Casapound piaccia veramente, o forse no, ma questo non giustifica né il linciaggio della sinistra, né la strumentalizzazione della destra. 
In tutto questo agitare le acque delle polemiche sui social, si perdono pezzi importanti che, secondo il mio parere,  sono soprattutto due.
Il primo è il bellissimo testo del pezzo inedito con cui Anastasio ha vinto il talent, che parla del disagio giovanile come difficilmente hanno saputo fare le canzoni, che ci fornisce una chiave di lettura per capire i giovani, sempre che noi i giovani vogliamo davvero capirli, perché il primo passo per capirli sarebbe quello di ascoltarli invece di giudicarli. 
Il secondo è che Anastasio nelle dichiarazioni di ventunenne un po' meravigliato dal clamore e dal successo raggiunto, ha dichiarato di avere votato scheda bianca, e quindi implicitamente ha detto di non fidarsi minimamente di nessuno tanto da dargli la sua fiducia di elettore. I giovani che non si fidano della politica. Che non votano. Che votano scheda bianca. I giovani che si sono sentiti traditi dalla politica. Che non si sentono "né di destra né di sinistra". Un messaggio chiaro su cui riflettere Anastasio in fondo ce l'ha dato. 
Nonostante questo ognuno prova a strumentalizzare le sue parole, e mentre la sinistra lo mette al bando per due like su FB, la destra prova ad accaparrarselo per farne una sua icona. 
Eppure il testo della sua LA FINE DEL MONDO lui lo dice chiaramente: 



Non mi rompete il cazzo con 'sta fretta di decidersi, 


lasciatemi, non fatemi alzare dal letto 

Scendetemi di dosso con 'sta fretta di decidersi voi, voi non fatemi alzare dal letto. 



Voi non solo non gli siete "scesi di dosso". espressione italianizzata del molto partenopeo "scinneme a cuollo" molto popolare nello slang dei ragazzi napoletani, no, voi non solo vi siete aggrappati addosso, ma avete pure provato a trascinarlo ognuno dalla propria parte. La libertà di cui tanto parlate, a cui avrebbe diritto un artista, ve la siete dimenticata, perché su ogni cosa con cui entrate a contatto voi sentite il bisogno di mettere un'etichetta, e magari anche un prezzo. 

Mi torna prepotente in mente l'immagine della sua canzone, in cui ipotizza una fine del mondo ad opera di un asteroide guidato da lui stesso, che distrugge tutto, dalla Cappella Sistina alle persone dalle facce spente, come se non vi fosse possibilità di salvezza oltre la distruzione totale. A giudicare da quanto ho letto, mi verrebbe quasi da dargli ragione. So che non mi leggerà, e non credo gli possa interessare il mio anziano pensiero, ma mi verrebbe da dirgli: "Caro Anastasio, se un giorno deciderai davvero di andare a prendere l'asteroide per distruggere il mondo, fammelo sapere. Potrei sempre darti le chiavi della mia macchina e continuare a fare il tifo per te da casa mia."





lunedì 2 aprile 2018

Quando lavorare uccide

Ieri era Pasqua, il giorno della Resurrezione di Cristo, e per chi è credente un giorno di giubilo e di festa. Anche quest'anno, benché capitasse il primo di Aprile, Gesù Cristo non ci ha fatto scherzi, ha abbandonato il suo sepolcro, e il suo corpo, che credevamo mortale, è risorto a nuova vita. 
Per festeggiarlo qualcuno si è recato a messa, qualcuno no, ma quasi tutti, praticanti e non, hanno onorato la Pasqua del Signore davanti a tavole imbandite, con piatti tradizionali, dolci tipici, e uova di cioccolato con sorpresa. 
Non per tutti però è stata una giornata di festa, c'è chi ha dovuto lavorare. C'è chi ha scelto o gli è capitato di fare uno di quei lavori per cui non ti puoi riposare neanche nei giorni di festa. Penso ai medici ospedalieri, agli infermieri, alle forze dell'ordine, ai vigili del fuoco, e a tante altre categorie che nelle domeniche e negli altri giorni festivi sono costretti a fare i turni. Lo stesso dicasi per i lavoratori del settore ristorazione e del turismo. Per loro le domeniche e gli altri giorni rossi sul calendario, sono giorni in cui si lavora più che nei feriali. 
Da qualche anno c'è poi una grande polemica in Italia sui centri commerciali. In nome di un'altra religione, quella dell'economia, pare che non ci si debba fermare nemmeno nei giorni di Pasqua, e di Pasquetta. La gente non può fare a meno di comprare, neanche in quei giorni, perché il consumismo va difeso, incentivato, incrementato. Se i centri commerciali sono chiusi dove si fa la spesa nei giorni festivi, e come si può sopravvivere senza fare shopping, visto che gli altri giorni non abbiamo il tempo? E soprattutto se non ci sono megastore aperti la domenica dove andiamo? 
Da quando vivo qui in Germania ho riscoperto invece che con i negozi chiusi la domenica si sopravvive benissimo, e il tempo lo si può passare andando al parco, a passeggio, o stando in famiglia. 
Perché che tu sia un lavoratore o un cliente della domenica, è la famiglia che paga per questa mancanza di tempo, ne risentono sempre i rapporti umani, e  a questa mancanza di tempo a volte si cerca di recuperare come si può. 
Ieri però, proprio nel giorno di Pasqua, due lavoratori a casa non ci sono tornati più. Lavoravano in un'azienda di mangime, a Treviglio, in provincia di Bergamo. Sulle prime ci si è chiesti cosa ci facessero in azienda anche il giorno di Pasqua. Qualcuno poi avrebbe detto che ci si sono recati per un'emergenza, pare che gli abitanti della zona sentissero un cattivo odore. Probabilmente l'allerta andava gestita in altro modo, visto che l'esplosione di un'autoclave si è portata via la vita di due padri di famiglia. Questo è stato purtroppo il terzo episodio in pochi giorni, dopo gli incidenti di Livorno in cui hanno perso la vita due operai, e quello di Bologna in cui è morto un cinquantaseienne che lavorava alla linea elettrica ferroviaria. Una vera settimana di passione, per questi lavoratori che purtroppo non risorgeranno. Le chiamano morti bianche, e le vittime sono state oltre 13mila negli ultimi 10 anni e se date un'occhiata a questo blog vi accorgerete che è una vera e propria strage, che meriterebbe più attenzione. 
Mentre alla radio si sente spesso la canzone de "Lo Stato Sociale" che si interroga sul "vivere per lavorare, o lavorare per vivere", varrebbe la pena di fare una riflessione sulla sicurezza sul lavoro, perché nel 2018, non si dovrebbe "lavorare per morire", cosa che tuttavia accade davvero troppo spesso. 


giovedì 29 marzo 2018

LA PASTIERA NAPOLETANA

Quando sei napoletana fino al midollo, e arrivano le feste comandate, è difficile rinunciare alle tradizioni, nemmeno se ti trovi nel cuore della Germania. Come si fa a rinunciare al profumo di fiori d'arancio che dai forni di tutte le case napoletane invade l'intera provincia? Senza una fetta di pastiera non è Pasqua per noi, così come non ci può essere scampagnata senza un casatiello, un tortano o per lo meno una pizza chiena (ripiena).
Così mi sono messa alla ricerca degli ingredienti giusti per poter rispettare la mia tradizione culinaria, cominciando da quelli per la pastiera, non è stato semplicissimo ma ce l'ho fatta, anche grazie alla presenza qui di un supermercato italiano dove ho trovato il grano, l'aroma di mille fiori e la ricotta di pecora.
La pastiera, per chi non lo sapesse, si compone da una pasta frolla e da un ripieno, come se fosse una crostata ma molto più alta, con sopra le classiche strisce di frolla incrociate a formare losanghe.
Visto che qualche amica "forestiera" mi ha chiesto la ricetta, ve la riporto qui, sperando che vi sia di aiuto.

INGREDIENTI PER LA PASTA FROLLA:
350 gr. DI FARINA 00
150 gr.  DI BURRO
150 gr.  DI ZUCCHERO
LA BUCCIA DI MEZZO LIMONE NON TRATTATO GRATTUGGIATA
UN PIZZICO DI SALE
2 O 3 UOVA (DIPENDE DALLA GRANDEZZA)

mescolate tutti gli ingredienti, ottenete un panetto e mettetelo a riposare in frigo, in una bustina monouso di plastica per alimenti o in uno straccio umido.


INGREDIENTI PER IL RIPIENO:
1/2 KG DI RICOTTA DI PECORA O DI BUFALA
350 gr. DI ZUCCHERO
5 UOVA
UNA BUSTINA DI ZUCCHERO E VANILLINA
UN BARATTOLO DI GRANO PER PASTIERA
200 ML DI LATTE
SCORZA DI LIMONE NON TRATTATO
UNA NOCE DI BURRO O DI STRUTTO
UNA FIALETTA DI ACQUA DI MILLEFIORI
CEDRO CANDITO TAGLIATO A CUBETTI
UN BICCHIERINO DI LIQUORE STREGA O LIMONCELLO
UN PIZZICO DI CANNELLA (FACOLTATIVO)


Come prima cosa mettete in una pentola il grano, il latte, la buccia del limone, un pizzico di sale, e portate ad ebollizione continuando a girare, e cuocere fino a quando il tutto non avrà l'aspetto di una crema densa.





In una ciotola larga lavorate la ricotta e lo zucchero, aggiungete gli altri ingredienti a partire dalle uova (una per volta) e continuare a mescolare.







 In ultimo aggiungete il grano privato dalla scorza di limone e raffreddato.


Stendere su una spianatoia la pasta frolla, foderateci uno stampo tondo di allumino o di materiale antiaderente precedentemente unto e infarinato.






Versateci all'interno il ripieno, e completate aggiungendo strisce di pasta frolla incrociate.

Cuocere in forno statico a 160/180° per circa 2 ore. La pastiera è cotta quando la pasta frolla è di colore dorato, e il ripieno di colore bruno.

Ora l'impresa è resistere e non mangiarla prima che si raffreddi. Prima di servirla, spolveratela con zucchero a velo.
Buon appetito e Buona Pasqua.



giovedì 15 marzo 2018

NON E` UN PAESE PER DONNE

Leggevo proprio stamattina un articolo che spiegava bene come, a causa di una legge elettorale che consentiva diversi stratagemmi, unitamente alle scelte delle segreterie, nonostante le candidature che dovevano rispettare le quote dal 40% al 60% per ognuno dei due generi, questo parlamento avra` solo un terzo della rappresentanza al femminile, che già per l'Italia e` un passo avanti. Le cose peggiori le hanno fatte a sinistra, tra PD e LeU, infatti sono in questi due partiti che le donne sono in netta minoranza. 
Ma non e` solo questo. In campagna elettorale abbiamo sentito diversi slogan a favore della parità delle donne, che in Italia sono meno occupate, in posti di minore responsabilità, e meno pagate.
Anche gli annunci di lavoro spesso fanno rabbrividire, farebbero rabbrividire almeno se pubblicate in un altro paese. Qui ci siamo troppo abituati. Persino i siparietti sanremesi contro la violenza sulle donne hanno di fatto riproposto vecchi stereotipi. Le attrici che hanno denunciato le molestie a sfondo sessuale in tutto il mondo, qui le abbiamo trattate un po' peggio che altrove.
Della politica gia` dicevamo, poca presenza in Parlamento, leader al femminile non pervenute. Anche nel Movimento 5 stelle che ha il pregio di non aver utilizzato strategie (leggi questo articolo per saperne di più ) che avrebbero portato più uomini a Montecitorio e a Palazzo Madama, in realtà ha le figure più carismatiche tutte maschili. 
Una pensa che non tutto e` perduto, e che magari una Michelle Obama possa spuntare anche in Italia, e da moglie, da compagna di qualche politico di spicco, possa ridarci quella speranza di emancipazione. 
Oltretutto uno dei vincitori di queste elezioni e` Matteo Salvini, che da qualche tempo si accompagna alla bella Elisa Isoardi, conduttrice in TV. Una donna che ha dunque una sua carriera, che non ha bisogno di un compagno potente. E invece no. La Isoardi rilascia un'intervista su Oggi in stile angelo del focolare. Siccome il peggio non e` mai morto, il quotidiano Libero rilancia uno stralcio dell'intervista mettendoci di suo: 
"Sono orgogliosa di Matteo, per amor suo resterò nell'ombra". Questo il titolone di Oggi che intervista Elisa Isoardi, la fidanzata di Matteo Salvini. "La prima intervista da First Lady", così scrivono dopo il risultato elettorale che ha premiato il leader della Lega. "La donna per quanto in vista deve dare luce al suo uomo, e la luce si dà arretrando", dice la conduttrice Rai, che dimostra con le sue parole di essere una donna di sani principi. Come ce ne sono ormai poche.(qui il link )

Dimostra di essere una donna di sani principi! 

Arretrando!

 Dando luce al suo uomo!

Non avevo mai pensato che la Isoardi potesse essere un baluardo del femminismo nostrano, ma che fosse disponibile a mantenere un lanternino per illuminare il suo Matteo neanche me lo aspettavo. Ritenendo oltretutto che per illuminare il suo fidanzato non basterebbero neanche i riflettori di tutta Hollywood, visto l'oscurantismo che pervade lui e gli altri esponenti del suo partito.  
Perche` Salvini ha appena traghettato in Senato il creatore del family day, Simone Pillon, che ha subito deciso di farsi notare cominciando la caccia alle streghe (giuro, non e` una notizia di Lercio, leggi qui).
Aspettavamo questa nuova legislatura per vedere leggi più efficaci per tutelare le donne, visti tutti i casi di violenza domestica e femminicidi  ma mi sa che l'attesa non porterà buone notizie. 



martedì 13 marzo 2018

Fantagoverno

Ci risiamo: cambio scenario. Ormai chi mi segue lo sa, e a chi non ha mai letto questo blog glielo ricordo in un attimo: vivo un po' in Italia, un po' in Germania da quasi due anni. 

Ho passato tutto il periodo della campagna elettorale in Italia, mi sono vista la #MaratonaMentana dal mio divano, sotto il Vesuvio. Non mi aspettavo sorprese e non ne ho avute. Tutti si aspettavano un crollo del PD, tutti si aspettavano l'affermazione dei 5 stelle e della Lega. Solo che i tre fenomeni si sono presentati con effetti più dirompenti del previsto. 

Forse quello che non tutti si aspettavano e` il sorpasso di Salvini su Berlusconi, e il disastroso risultato delle ben quattro liste a sinistra del PD: solo LeU arriva in Parlamento con un esiguo numero di deputati e Senatori. 

L'Italia e` tripolare, spaccata in tre tra Destra, Centrosinistra riformista, e Pentastellati. L'Italia e` anche spaccata in due per quanto riguarda la distribuzione del consenso: al nord fa il pieno Salvini, al sud Di Maio.

 Nessuno vorrebbe essere nei panni di Mattarella. A chi dara` l'incarico? Sul web, tra i vari social, inizia un nuovo gioco: il "Fantagoverno". 

Il nuovo Parlamento si insedierà il 23 marzo, dovra` affrontare la prova della elezione dei Presidenti di Camera e Senato, ma già lo spettro dell'ingovernabilita` si aggira per Roma come i tre fantasmi, del passato, del presente e del futuro del Canto di Natale di Dickens. 

Il fantasma del passato e` ben rappresentato da quanto successe nel 2013, dalla diretta streaming con Bersani, Crimi e la Lombardi (guarda qui) neoeletti del Movimento 5 stelle al loro esordio, che rifiutarono qualsiasi dialogo, che non vollero ascoltare nessun discorso che riportava alla responsabilità. 

Fini` come sappiamo, fini` con Bersani che si arrese all'impossibilita`di governare, pur essendo il segretario del partito che aveva ricevuto più voti, e da segretario del PD diede le dimissioni. Poi arrivo` Enrico Letta, la scissione del PDL, il governo con Alfano, le nuove primarie del PD, con Renzi trionfatore nuovo segretario, e poi Renzi a Palazzo Chigi, il jobs act, la Buona Scuola, l'Italicum, la Boschi, la brutta storia di Banca Etruria, fino al referendum costituzionale sul quale Renzi ha sbattuto la faccia e la credibilità. 

 Il periodo successivo solo apparentemente più tranquillo, con Gentiloni Presidente del Consiglio, ma col decreto Minniti e l'approvazione della nuova legge elettorale con la quale abbiamo poi votato, un sistema misto e pasticciato tra metodo proporzionale e maggioritario, che non ci ha nemmeno consentito di esprimere una preferenza. 

Arriviamo dunque al fantasma del presente, il Movimento 5 stelle e` il primo partito, mentre la prima coalizione e` quella di destra, il PD del segretario rignanese e` solo l'esile ricordo del partito che fu. 

I voti per governare non ce li ha nessuno: non ce li ha la coalizione di Berlusconi, Meloni e Salvini, ma non ce li ha neanche Di Maio. In tanti si agitano, molti consigliano al PD di appoggiare i 5 stelle, lo fa persino Pif che non e` certo un politico, lo fa Barbara Spinelli, lo fanno in tanti. 

Intanto Di Maio continua a dire che chiederà l'appoggio sulle proposte, chiederà l'appoggio a tutti, dice, ma nella stessa frase non dimentica mai di dire "non ci fidiamo di loro". Lo dice prima, o dopo, ma lo dice sempre, quasi che qualcuno gli avesse raccomandato di non dimenticarlo mai. Loro sono il nuovo e non si fidano del vecchio, eppure col vecchio dovranno venir a a patti, visto che la maggioranza non ce l'hanno neanche loro.

Renzi intanto manda una letterina alla direzione PD, di dimissioni, ma none identica di lanciare l'hastag #senzadime, rivolto ai grillini, perché non ha certo dimenticato che lui, da Grillo e da Di Maio, sempre in streaming, fu trattato pure peggio di Bersani. Da` le dimissioni ma detta anche la linea, insomma, mentre qualcuno dice che già pensa di emulare Macron e fondare un suo personale movimento in cui approderebbero molti dei deputati e senatori eletti col PD. 

Dal canto suo, Salvini ha ricordato a Berlusconi che per il loro patto pre-elettorale, nel caso toccasse alla loro coalizione, l'incarico spetterebbe a lui, che ha preso più voti. Voti tuttavia neanche vicini alla maggioranza. 

In tutta questa danza nell'attesa, nessuno sembra davvero preoccuparsi dello stato di salute del paese, degli elettori che intanto aspettano che coloro che hanno scelto gli risolvano i problemi grazi alle mirabolanti promesse fatte. 


Intanto il 23 marzo si avvicina e presto capiremo a chi dara` l'incarico esplorativo Mattarella, e da questo dipenderà l'aspetto più inquietante meno, del fantasma del futuro.  Se toccasse a Di Maio potremmo assistere a una scena rovesciata, questa volta potrebbe essere lui a dover dire: "siamo arrivati prima ma non abbiamo vinto", come all'epoca disse Bersani. 

Io intanto ho preso le distanze di sicurezza dal mio bel paese e guarderò i prossimo avvenimenti grazie alla TV satellitare, al web, sorseggiando una buona birra tedesca. 

Una sola cosa chiederei, come una preghiera: se il M5S avra` l'incarico, non sfugga alla trasparenza che ha tanto predicato. Le consultazioni le faccia in streaming. Così oltre a bere la birra, posso mangiare anche una montagna di pop corn. 

Non vi preoccupate per me, continuerò a tenervi d'occhio. 










venerdì 9 marzo 2018

Come vi permettete!

Le elezioni del 4 marzo 2018 ci consegnano un quadro nazionale molto complesso, variegato, che richiederebbe un'analisi approfondita e umile, fatta per capire e non per pontificare. 

I vincitori di questa tornata elettorale sono indiscussamente due: il Movimento 5 stelle e la Lega di Salvini, molto diversa dalla Lega Nord di Umberto Bossi.

Il cambiamento leghista, che si candidava ora ad essere forza nazionale e che invece di attaccare il sud assistenzialista attaccava i migranti usurpatori di ossigeno nazionale al grido di "prima gli italiani", non riesce a sfondare al sud, dove e` il movimento di Grillo e Di Maio ad ottenere risultati che vanno anche oltre il 50%.

Il sud e` a 5 stelle, c'e` poco da fare. Ma le forze politiche che proprio al sud hanno perso il maggior numero di consensi, anziché interrogarsi sui propri errori, cominciano a denigrare il sud. Lo stesso sud dove finora loro hanno goduto di ampi consensi. 

Comincia prima Zucconi, ponendo l'accento sul fatto che alcune zone di Napoli in cui il M5S ha percentuali altissime, e` a rischio criminalità organizzata, insinuando una correlazione tra i due fenomeni. Per onesta` intellettuale devo ricordare che queste insinuazioni non sono così originali: ogni volta che una forza politica non ha successo al sud se la prende con la camorra, ci casco` anche Grillo anni fa, ma questa e` un'altra storia. 

Zucconi pare dimenticare che le stesse zone hanno anche un tasso di disoccupazione altissimo, che sono zone storicamente da sempre di sinistra, e che magari e` ipotizzabile anche che il voto ai 5 stelle sia una protesta da intere fette di popolazione letteralmente dimenticate dalla politica. 

Pensate al sentimento che può provare un elettore  che ha ascoltato per mesi, per anni, lo storytelling renziano della ripresa dell'Italia mentre non aveva in tasca i soldi per pagare la bolletta della luce. 

Dopo qualche ora esce fuori la notizia che presso un CAF di Giovinazzo circa 50 persone sarebbero state in fila per richiedere il Reddito di Cittadinanza, promesso dai 5 stelle nel loro programma elettorale. 

Facile trarre conclusioni: il Sud e` popolato da gente che non avendo voglia di lavorare vota chi gli promette un reddito sicuro e poco faticoso da ottenere. 

Ma non solo: addirittura questi "sempliciotti" non aspettano neanche l'insediamento del nuovo Parlamento, che avverrà il 23 marzo. Escono di casa e corrono tutti al CAF di Giovinazzo. Perche` la "ressa"avviene solo li`. Gli ingenui abitano tutti a Giovinazzo, evidentemente. 

Parte lo sfotto` sui social. Che ignoranti questi elettori dei 5 stelle, che stupidi questi elettori del sud. 
Mi suona strana questa notizia, rimbalzata dalla stampa nazionale. Non mi convince e ho ragione: dopo qualche ora la cosa viene ridimensionata, dallo stesso sindaco di Giovinazzo. Poco dopo  qualcuno dice che dietro la diffusione di questa notizia ci sia qualche personaggio locale del PD  (leggi qui), ma non e` questo il punto. 
Ricapitolando gli abitanti di Giovinazzo non sono i più ingenui d'Italia, qualcuno ha solo gonfiato una notizia, dimenticando che notizie analoghe, di gente disperata in fila per ottenere un sostegno economico, erano girate già precedentemente, ben prima del voto, quando e` stato approvato il Reddito di Inclusione, (REI), e non da quei populisti dei 5 stelle, ma da quel moderato di Gentiloni (leggi qui). Dunque tu prometti acqua, il popolo ha sete e chiede dove sta la fontana. Non mi pare ci sia molto da ridere, ma neanche questo e` cio` di cui voglio discutere. 

Il punto e` il dileggio di un popolo, quello del sud, che per anni la politica ha dimenticato, cancellando dall'agenda la questione meridionale.

 I disoccupati del sud, le famiglie che non arrivano alla fine del mese, che campano come possono, industriandosi in strategie di sopravvivenza, finendo talvolta nelle maglie della criminalità che pare essere l'unica industria che sopravvive alla crisi, sono stati dimenticati per anni tranne in qualche occasione: quando si vota. 

Allora, e da decenni, tutti si ricordano di noi, a cominciare da Lauro, che a Napoli regalava il famoso pacco, o una sola scarpa, per completare il paio solo a voto avvenuto. Sono anni che la politica ci ha riempito di balle, e di ecoballe, ci ha avvelenato la terra, e anche l'anima, riempiendola di rancore. 

Ed e` proprio il rancore la cifra che andrebbe analizzata, più che le percentuali di voto. Andrebbe osservato lo scollamento totale del mondo politico dai comuni cittadini che arrancano faticosamente in quest'Italia che secondo i dati statistici cresce, ma in cui crescono soprattutto la rabbia, la disperazione, e le diseguaglianze. Poi si meravigliano se cresce l'unico movimento con tratti anti-casta e anti-politica. Si meravigliano. Loro. Io no. 








giovedì 8 marzo 2018

Ma quale festa!

Al telegiornale, nel 2018, l'otto marzo parlano ancora di Festa della Donna. 

Non mi sta bene. E non mi sta bene nemmeno che si parli di giornata internazionale della donna. 
Sono stufa di essere difesa come un panda, se poi da questa difesa grandi benefici non ne arrivano.

Pensieri sparpagliati attraversano la mia mente di donna ferita, disillusa, tradita.
Mi ricordo la frase che mio padre mi diceva da bambina: "Tu dovevi nascere uomo".
La diceva perche` a me piaceva studiare e avevo passione per la politica. Lui lo diceva e io mi arrabbiavo. Mi arrabbiavo perché pensavo che avrei potuto tenere in mano le redini della mia vita anche da donna, e farmi strada nel mondo. 

E invece forse ha avuto ragione lui.
Era meglio se nascevo uomo. 
La mia vita sarebbe stata più facile. Almeno credo. O almeno sarebbe stata diversa. 
Tanti anni fa, invitata a un incontro politico sul ruolo della donna, ascoltai il racconto di una signora abbastanza anziana che ricordava di quando aveva dovuto abbandonare il congresso che sgretolo` il PCI perché suo fratello era ricoverato e doveva prendersi cura di lui. Raccontava con rammarico, e dolore. 
La cura dei familiari e` affidata alle donne. La cura dei figli, la cura della casa, la cura. 
Ma perche`? E poi chi si prenderà cura delle donne? Altre donne. 

E questa propensione atavica al prendersi cura degli altri, che per alcuni e` naturale, per altri affonda radici nella cultura, cambia la vita delle donne, le fortifica, ma blocca loro la strada verso altri sbocchi.

Gli uomini lo sanno, e ne approfittano per tenerle dietro. Gli uomini amano le donne, ma solo se non li mettono in ombra. Amano le donne se le possiedono. Amano le donne se poi non li lasciano. 
Altrimenti le uccidono. Certo, non e` la regola generale, per carita`, ma succede ultimamente troppo spesso. 
C'e` qualcosa nel rapporto di coppia, nelle "famiglie tradizionali" che sta per implodere. 
Le donne non subiscono più in silenzio, e quando soffrono decidono di troncare relazioni malate. Non sempre, lo fanno solo quelle più coraggiose, o solo più consapevoli. Tutte pero` la scelta la pagano. Chi semplicemente leggendo negli sguardi della gente la disapprovazione per la propria scelta, chi facendo i conti coi comportamenti dei figli, che a volte giudicano in maniera implacabile, o si adattano alla situazione cercando di ricavarne un proprio utile. 
Alcune la pagano in maniera più cara, la pagano subendo stalking, aggressioni, botte, ferimenti, morte, e anche di più. Si, perche` c'e` qualcosa di peggio della morte, e per una madre e` sopravvivere alle proprie creature. E` la sorte che e` toccata ad Antonietta Gargiulo, che ferita dal marito, non sa ancora che le sue figlie sono state uccise dal loro padre. 

Qualche giorno fa riflettevo sul fatto che di delitti del genere che riguardano coppie gay non ricordo di averne sentiti. Eppure anche i gay si lasceranno, o no? E` un mio pensiero o la storia del femminicidio non riguarda la coppia in quanto tale, ma semplicemente e` l'esasperazione più visibile della supremazia che l'uomo prova a mantenere su una donna che ha passato gli ultimi due secoli a lottare per ottenere parità di diritti? 

Quanta strada dovranno ancora fare le donne per poter vivere la vita che vogliono, fare il lavoro che vogliono, amare chi vogliono?

Per carita`, le mie sono solo riflessioni personali, non ho verita` in tasca, e ho tanti dubbi. Intanto sui social girano auguri fioriti di mimose e frasi sdolcinate. 
E il problema non si risolve sostituendo la parola festa con la dicitura più esatta di "giornata internazionale della donna". 

Il problema e` che ci sia bisogno di indire una giornata, per pacificare le coscienze maschili (ma anche femminili) per aver dimenticato il problema per altri 364 giorni, o di affrontarlo talvolta con superficialità, o speculazione strumentale. 

Verra` un giorno in cui non saremo più considerate panda, e che sceglieremo la vita che vogliamo fare, verra` un giorno in cui a un padre non saltera` più in mente di dire alla propria figlia: "tu dovevi nascere uomo". Ma quel giorno e` ancora lontano. 






venerdì 2 marzo 2018

lo strano caso del preside sceriffo a 5 stelle

Non so come e` cominciata per voi altri questa storia, ma per me comincia con una foto su whatsapp, inviatami da una mia amica, uno screenshot di un tweet di Myrta Merlino, conduttrice della trasmissione  l'Aria che tira, una foto accompagnata da una frase in cui si spiegava che Salvatore Giuliano, scelto dal Movimento 5 stelle come Ministro per l'Istruzione, non voleva abrogare la Buona Scuola. Ma com'e` possibile? Mi scrive la mia amica. Non capisco. Comincio a raccogliere notizie, sono in giro e non ho visto la trasmissione. 
Più tardi escono fuori nell'ordine: 

a) un video in cui il Preside osanna Renzi e la sua riforma (guarda qui);

b) un Tweet in cui la Ministra Giannini ricorda che Giuliano ha collaborato alla scrittura della Buona Scuola (guarda qui);
c) l'appello contro lo sciopero del 5 maggio firmato da quattro presidi dell'ANP tra cui guarda un po` Giuliano (leggi qui)
d) una video intervista di Giuliani in cui magnifica la chiamata diretta e il ruolo dei dirigenti scolastici (guarda qui).
e) un post dell'UDS in cui si spiega tra l'altro come viene svolta l'alternanza scuola-lavoro al Majorana. (lo trovi qui)

Il popolo della scuola e` sgomento. In molti avevano sperato che il MIUR nell'era pentastellata fosse affidato a un insegnante, magari uno di quelli definiti "contrastivi" proprio dall'ANP. Tutti si interrogano, non capiscono, si scoraggiano. 
Di Maio spieghera` tutto. 

Infatti qualche ora dopo ho occasione di vedere il video in cui Di Maio presenta il suo Ministro, ed e` allora che io davvero comincio a realizzare quanto sia surreale questa storia. (lo trovi qui)
Nel video lo chiama molto confidenzialmente Salvatore, spiega che lo ha conosciuto nel corso degli ultimi anni  presso l'Istituto Majorana di Brindisi, dove si e` recato più volte per tenere alcune lezioni. Qui mi assale il primo dubbio, Di Maio lo conosce bene, dice, quindi e` impossibile che non sappia delle posizioni di Giuliano su innovazioni digitali, chiamata diretta altre magnifici contenuti della legge 107. E qui Di Maio si dilunga in spiegazioni simulando un discorso diretto, tipo: io ho detto, Salvatore ha risposto, poi io gli ho ricordato, e Salvatore mi ha risposto.
 Che mi sembra una versione italianizzata di Veronica che fatica dint'e borse di Telegaribaldi quando raccontava le sue discussioni con la suocera, condite da "dicett'io, dimettesse" (guarda qui).

 Inoltre mi chiedo che tipo di lezioni abbia tenuto nella sua scuola Di Maio, visto che non mi risulti abbia alcuna abilitazione all'insegnamento. Al massimo potrà` aver tenuto degli incontri con gli studenti, ma suppongo che Di Maio conosca la differenza tra una lezione e un incontro. O no?
Poi risponde Giuliano, che a differenza del futuro premier stellato sembra più riverente, addirittura gli chiede se può chiamarlo per nome... (ehi sveglia, ti sta chiamando Salvatore da 10 minuti e ha un'eta` che potrebbe essere quella di un tuo figlio, ma si sa, alcune persone hanno grande riverenza per il capo, e un potenziale Presidente del Consiglio nella scala gerarchica e` più in alto di un potenziale Ministro, evidentemente). 

Poi il dirigente Giuliano comincia a parlare e dice di essere quasi sotto attacco da quattro ore, che e` stato "accusato" di essere amico di Matteo Renzi, quando in realtà lui l'onorevole Renzi lo ha visto solo poche volte (Onorevole Renzi? Ah, quest'uomo e` così` attento alla scala gerarchica, quasi al limite del  servilismo che assegna persino titoli che Renzi non ha, visto che onorevole e` titolo che spetta a chi e` stato eletto in Parlamento (i grillini sul fatto che Matteo da Rignano non fosse mai stato eletto ci hanno scritto interi volumi sotto forma di post sui social media, ma in effetti Giuliano nei modi non mi pare per nulla grillino, così ossequioso com'e` verso i premier del passato e del futuro ).
Poi dice di avere sbagliato nell'usare il termine "superiamola" a proposito della Buona Scuola. Così` lo corregge in "riscriviamola". Insomma termini come abroghiamola, cancelliamola, proprio non gli riesce di utilizzarli. 

Insomma, vorrei che fosse chiaro. A me delle frequentazioni del dirigente del Majorana non me ne frega nulla, mi frega molto più quanto avviene nella sua scuola, i rapporti tra l'Istituto che dirige e l'Eni, il fatto che qualcuno dice che i suoi docenti abbiano frequentato formazioni di domenica. 
Qualcuno dice che il dirigente ha cambiato idea e che la Buona Scuola lo ha deluso, che ora sarà` fedele al programma a 5 stelle. (Ehi, sveglia, siete gli stessi che avete paura che Bersani si allei di nuovo con Renzi? Siete gli stessi che si sono accorti che il PD che avevate votato nel 2013 non ha realizzato il programma Italia Bene Comune? Su, il risveglio del corpo docente stava funzionando, non mi cascate di nuovo nel credere a promesse che potrebbero non essere mantenute). Qualcuno addirittura, persino personaggi vicino a vari sindacati che si sono avvinghiati mani e piedi ai 5 stelle (Alla faccia dell'autonomia dai partiti!), parla di fake news. No signori, e` tutto reale, anche se assurdo, siamo finiti in una commedia di Ionesco nostro malgrado, e il finale non lo scriveremo il 4 marzo. 

Questa nomina preventiva, ancor prima di conoscere i risultati elettorali, da trovata di marketing pare diventata un boomerang, e davvero non si capisce perché abbiano scelto proprio una figura a dir poco controversa per il Ministero di Viale Trastevere. 
Qualcuno scrive: Forse non vogliono vincere. 
Qualcuno dice: Volevano solo i voti degli insegnanti. 
Io dico: questi sono liberisti almeno quanto quelli del PD. Chi vuole intendere in tenda, gli altri dormano all'aperto (cit. G. Marx), a veder le stelle pero`non penso, al momento il cielo e` pieno di  nuvole... 


mercoledì 28 febbraio 2018

Dei lapsus e degli errori. Rimpiangendo Jader Jacobelli

Mi trovo in Italia per motivi di famiglia, e ci resterò fino al voto. Così mi sono beccata la neve a Napoli, e un freddo a cui i partenopei non sono abituati. E che non sono abituati e che non siamo attrezzati te ne accorgi dai mille post sui social, che parlano di gente bloccata per i treni che non partono. E poi polemiche fiume, scuole chiuse si, scuole chiuse no, la colpa e` dei meteorologi, no dei sindaci (sia quello del capoluogo che quello dei comuni di provincia). Andiamo avanti, tanto poi la neve si scioglie al sole e pure le polemiche.

Sai che faccio?  Me ne resto in casa, ho pensato, e stasera mi guardo la TV. E` tanto tempo che non vedo più una bella rissa politica, come ai tempi di Piazza Pulita, e si sa, io sono una nostalgica, forse anche a causa dell'eta` che avanza.

Accendo su la7 e mi becco nell'ordine Bersani con la Gruber e a seguire Di Martedi` condotto da Floris dove posso ascoltare Salvini,  Gentiloni, Di Maio e Grasso. Berlusconi non c'e` ma viene evocato da Travaglio, per cui la sua presenza si avverte nell'aria. Silvio c'e`, e` tornato e poco importa se per la legge italiana non puo` neanche candidarsi, e non e` in trasmissione.

La prima cosa che noto e` che ognuno parla per conto suo, con l'interlocuzione del solo giornalista di turno, che lancia domande tanto insidiose quanto potrebbe esserlo un lancio di un fazzolettino di carta pulito durante un tafferuglio.

Non la voglio fare lunga, ma ho rimpianto le tribune elettorali con Jader Jacobelli, che erano molto più vivaci. Noioso sentire la Gruber che incalza Bersani chiedendogli se e` vero che D'Alema abbia già abbandonato Grasso per inseguire de Magistris (non vedo come possa incidere questa cosa, vera o falsa che sia, smentita da più parti, nella scelta dell'elettore che deve votare domenica, e non l'anno prossimo). Noioso sentirle chiedere a Bersani se condivide le proposte di Grasso sulla settimana di 32 ore, o sulla Riforma Fornero, come se Grasso e Bersani fossero candidati in due liste diverse e avessero due programmi differenti. Pare voglia coglierlo in fallo, pare che voglia farlo cadere in contraddizione. Personalmente ho trovato Bersani troppo sincero, troppo politico, incapace di fare promesse elettorali che sa di non poter mantenere. Mi pare il tenero Giacomo che ci rimanda  all'ultima pagina della settimana enigmistica.

 Più interessante un'altra domanda della Lilly, che chiede "Visto che Renzi ha dichiarato che non se ne va neanche se scendono sotto il 20%, per voi quale risultato vi farebbe rimettere tutto in discussione?" Ripensandoci essendo LeU non un partito ma un cartello elettorale la domanda non ha molto senso, mica hanno un segretario in carica eletto da un congresso, e Bersani dribbla benissimo. Il 5 pero` non si potrà più far finta di nulla, e le riflessioni in caso di insuccesso dovranno esserci, sia fuori che dentro il PD.

 Il resto della serata e` stata soporifera, e ho ascoltato tutto il resto, compreso la presentazione dei quattro ministri proposti dai 5 stelle (che grande e geniale trovata di marketing politico, la buonanima di Gianroberto Casaleggio ne andrebbe fiero), annoiandomi enormemente.

La mia attenzione ha avuto un picco in soli altri due momenti.

Il primo e` stato quando il premier Gentiloni ha affermato a un sorridente Floris che "la nostra e` una Repubblica Presidenziale". Certo un lapsus, non posso minimamente credere che Gentiloni non conosca la nostra Costituzione. Tuttavia, avendo letto per studio tutto quello che Freud ha scritto (e scriveva tanto), mi viene da pensare che il lapsus tradisca una volontà di cambiarla, la nostra Costituzione, e visto che ci hanno già` provato in parecchi, non penso che qualcuno possa dire che la mia e` una paura immotivata.

La seconda volta che mi si sono drizzate le orecchie e` stata alla proclamazione delle proposte elencate da Di Maio: dimezzamento dello stipendio dei parlamentari (ok, anche se io più degli stipendi andrei a rivedere i contorni, rimborsi, ecc. ecc.), vincolo dei due mandati (ok, mi viene da pensare che se trovassimo un politico capace ci troveremmo costretti a perderlo dopo 10 anni, ma non fa niente, sopporteremo), e infine il vincolo di mandato.

Vincolo di mandato? Ho sentito bene? Ha detto VINCOLO DI MANDATO?
Solo Massimo Franco dice ma un po` sottovoce che la cosa e` improponibile perché anticostituzionale. Nessuno se lo fila e Di Maio continua applaudito e sicuro di se`.

Anche quello di Di Maio e` un lapsus o davvero non conosce l'articolo 67 della Costituzione? Andiamo a vedere cosa dice, magari e` scritto in maniera contorta...

"Articolo 67  Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato."


Mi sembra abbastanza chiaro.

Il vincolo di mandato viene tanto invocato eppure e`  improponibile. Ma perché? Perché la liberta` del Parlamentare sancita dalla Costituzione ha permesso i cosiddetti "cambi di casacca" che costituiscono un vero record nell'ultima legislatura, (566 parlamentari leggi qui) ha consentito in passato anche la compravendita accertata di alcuni Senatori. Il vincolo di mandato avrebbe pero` anche impedito a Civati e Pastorino di votare contro il jobs act, o a D'Attorre di votare contro la Buona Scuola (provvedimenti legislativi presentati dal PD ma non certo presenti nel programma con cui il PD si presento` alle elezioni), il vincolo di mandato non avrebbe permesso ai parlamentari di dissentire su nulla, rendendo la "fedeltà alla ditta" per dirla alla Bersani, o la disciplina di partito, come la chiamano altri, molto più restrittiva di quanto già non lo sia nei fatti nonostante l'artico 67  garantisca libertà di coscienza.

 Il vincolo di mandato dunque obbligherebbe i parlamentari a votare come gli impone il proprio partito, ma non impegnerebbe i partiti a mantenere il programma con il quale si sono presentati agli elettori. Che poi, secondo me, sarebbe il vero nodo della questione.

Dunque il problema esiste, ma e` la soluzione che propone Di Maio che e` improponibile, e` una vera sciocchezza. A meno che non stia pensando anche lui a cambiare la Costituzione, e sono due.

Popolo del 4 dicembre, state all'erta. Perché qui ogni volta che ci cambiano la Costituzione ce la peggiorano. Ecco qua. Mi hanno fatto passare il sonno.