venerdì 17 marzo 2017

Dio salvi La Regina (d'Inghilterra)

Per fine mese, nell'ambito del loro tour europeo, è attesa in Italia la visita del Principe Carlo e di Camilla, duchessa di Cornovaglia. Visiteranno il Papa ed è anche prevista una visita ad Amatrice, luogo simbolo delle tante scosse di terremoto che hanno devastato il nostro paese nell'ultimo anno. 
La Regina Elisabetta invece non verrà, del resto ha 90 anni, e come indicano indiscrezioni di qualche giornale nel Regno Unito stanno già preparando il protocollo per quando morirà, una roba sontuosa e curata nei minimi dettagli. 
E poi in Italia che ci doveva venire a fare, noi La Regina già ce l'abbiamo, e in questi giorni è su tutti i giornali. Una regina che ha addirittura creato un sistema, un metodo, degno di portare il suo nome, un sistema diffuso capillarmente e sistematicamente. Non una novità certo, ma diciamo un perfezionamento di quanto in Italia già avveniva. 
Stiamo parlando di Guglielmo La Regina, titolare di uno studio di ingegneria che è il principale indagato in un'inchiesta che ispirati dal suo cognome è stata denominata "The queen". Inchiesta che ha portato a 69 arresti, e che coinvolge politici, imprenditori, professori universitari, ma che ha anche collegamenti con il mondo della cosiddetta criminalità organizzata (non che i colletti bianchi si siano dimostrati meno organizzati di loro, però). La Regina viene ritenuto "l'artefice del meccanismo delittuoso" in grado di pilotare i vari appalti nel mirino degli inquirenti, per ora si parla di 18 gare di appalto oggetto di bandi di pubbliche amministrazioni. Gli appalti interessati riguardano il Cimitero di Pompei, i restauri di Villa Bruno a San Giorgio, i lavori all'interno di due padiglioni della Mostra d'Oltremare, la stessa Mostra finita sotto le luci della ribalta per il discusso comizio di Salvini. Le indagini riguardano anche personaggi politici conosciuti, come il consigliere regionale Pasquale Sommese, l'ex sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgiano e altri. Ma anche nomi illustri del mondo accademico, 20 milioni il costo dei lavori effettuati. Tangenti incluse. Ovviamente da garantisti attendiamo l'esito delle indagini e dei processi. Nel contempo non possiamo dubitare dello scrupolo e della professionalità degli inquirenti. Per il gip del Tribunale di Napoli Federica Colucci, le gare illecite scoperte costituiscono solo ''la punta dell'iceberg''. 
Eppure quello che più mi spaventa è la rassegnazione e la mancanza di meraviglia rispetto a "appaltopoli". Quasi fosse inevitabile che in un paese la corruzione diventi un costume diffuso e nella norma. anche perchè il rapporto annuale pubblicato dalla Guardia di Finanza in questi giorni è a dir poco allarmante. Si parla di sprechi e gestioni irregolari dei fondi pubblici con danni patrimoniali allo Stato per 5,3 miliardi; 4031 soggetti denunciati per abuso d’ufficio, peculato, corruzione e concussione con conseguenti 241 arresti. Una guerra. Siamo in guerra. 
Siamo tutti ostaggi nelle mani di un sistema corrotto fino al midollo. Una guerra che non fa morti solo apparentemente, perché poi se cade un ponte perché hanno usato materiale scadente, o una scuola nuova crolla all'improvviso perché il collaudo non ha messo in evidenza le criticità la colpa di chi è?
Ci vorrebbe una agenzia di controllo sulla corruzione. La potremmo chiamare Anac. Dimenticavo, c'è già. Il giudice Cantone, che la presiede, ha dichiarato:  "Ho cominciato a leggere l'ordinanza, il quadro che emerge e' molto brutto.Poco dal punto di vista dei fatti mafiosi ma moltissimi episodi di corruzione con una presenza molto vasta di una politica locale del mondo delle professioni. Un quadro tutt'altro che bello, resta l'aspetto peggiore di una politica locale che continua a occuparsi di gare pubbliche secondo le peggiori tradizioni".
Cantone ha dunque parlato. Saviano invece tace. Io tra poco mi metto a urlare. Oppure decido di trasferirmi all'estero in pianta stabile. E non per la corruzione, quanto per la miopia degli italiani che continuano ad indignarsi per gli immigrati e non si accorgono di essere diventati loro stessi prigionieri politici. 
God save the Queen, ma non la nostra, meglio Elisabetta d'Inghilterra. 





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