martedì 13 marzo 2018

Fantagoverno

Ci risiamo: cambio scenario. Ormai chi mi segue lo sa, e a chi non ha mai letto questo blog glielo ricordo in un attimo: vivo un po' in Italia, un po' in Germania da quasi due anni. 

Ho passato tutto il periodo della campagna elettorale in Italia, mi sono vista la #MaratonaMentana dal mio divano, sotto il Vesuvio. Non mi aspettavo sorprese e non ne ho avute. Tutti si aspettavano un crollo del PD, tutti si aspettavano l'affermazione dei 5 stelle e della Lega. Solo che i tre fenomeni si sono presentati con effetti più dirompenti del previsto. 

Forse quello che non tutti si aspettavano e` il sorpasso di Salvini su Berlusconi, e il disastroso risultato delle ben quattro liste a sinistra del PD: solo LeU arriva in Parlamento con un esiguo numero di deputati e Senatori. 

L'Italia e` tripolare, spaccata in tre tra Destra, Centrosinistra riformista, e Pentastellati. L'Italia e` anche spaccata in due per quanto riguarda la distribuzione del consenso: al nord fa il pieno Salvini, al sud Di Maio.

 Nessuno vorrebbe essere nei panni di Mattarella. A chi dara` l'incarico? Sul web, tra i vari social, inizia un nuovo gioco: il "Fantagoverno". 

Il nuovo Parlamento si insedierà il 23 marzo, dovra` affrontare la prova della elezione dei Presidenti di Camera e Senato, ma già lo spettro dell'ingovernabilita` si aggira per Roma come i tre fantasmi, del passato, del presente e del futuro del Canto di Natale di Dickens. 

Il fantasma del passato e` ben rappresentato da quanto successe nel 2013, dalla diretta streaming con Bersani, Crimi e la Lombardi (guarda qui) neoeletti del Movimento 5 stelle al loro esordio, che rifiutarono qualsiasi dialogo, che non vollero ascoltare nessun discorso che riportava alla responsabilità. 

Fini` come sappiamo, fini` con Bersani che si arrese all'impossibilita`di governare, pur essendo il segretario del partito che aveva ricevuto più voti, e da segretario del PD diede le dimissioni. Poi arrivo` Enrico Letta, la scissione del PDL, il governo con Alfano, le nuove primarie del PD, con Renzi trionfatore nuovo segretario, e poi Renzi a Palazzo Chigi, il jobs act, la Buona Scuola, l'Italicum, la Boschi, la brutta storia di Banca Etruria, fino al referendum costituzionale sul quale Renzi ha sbattuto la faccia e la credibilità. 

 Il periodo successivo solo apparentemente più tranquillo, con Gentiloni Presidente del Consiglio, ma col decreto Minniti e l'approvazione della nuova legge elettorale con la quale abbiamo poi votato, un sistema misto e pasticciato tra metodo proporzionale e maggioritario, che non ci ha nemmeno consentito di esprimere una preferenza. 

Arriviamo dunque al fantasma del presente, il Movimento 5 stelle e` il primo partito, mentre la prima coalizione e` quella di destra, il PD del segretario rignanese e` solo l'esile ricordo del partito che fu. 

I voti per governare non ce li ha nessuno: non ce li ha la coalizione di Berlusconi, Meloni e Salvini, ma non ce li ha neanche Di Maio. In tanti si agitano, molti consigliano al PD di appoggiare i 5 stelle, lo fa persino Pif che non e` certo un politico, lo fa Barbara Spinelli, lo fanno in tanti. 

Intanto Di Maio continua a dire che chiederà l'appoggio sulle proposte, chiederà l'appoggio a tutti, dice, ma nella stessa frase non dimentica mai di dire "non ci fidiamo di loro". Lo dice prima, o dopo, ma lo dice sempre, quasi che qualcuno gli avesse raccomandato di non dimenticarlo mai. Loro sono il nuovo e non si fidano del vecchio, eppure col vecchio dovranno venir a a patti, visto che la maggioranza non ce l'hanno neanche loro.

Renzi intanto manda una letterina alla direzione PD, di dimissioni, ma none identica di lanciare l'hastag #senzadime, rivolto ai grillini, perché non ha certo dimenticato che lui, da Grillo e da Di Maio, sempre in streaming, fu trattato pure peggio di Bersani. Da` le dimissioni ma detta anche la linea, insomma, mentre qualcuno dice che già pensa di emulare Macron e fondare un suo personale movimento in cui approderebbero molti dei deputati e senatori eletti col PD. 

Dal canto suo, Salvini ha ricordato a Berlusconi che per il loro patto pre-elettorale, nel caso toccasse alla loro coalizione, l'incarico spetterebbe a lui, che ha preso più voti. Voti tuttavia neanche vicini alla maggioranza. 

In tutta questa danza nell'attesa, nessuno sembra davvero preoccuparsi dello stato di salute del paese, degli elettori che intanto aspettano che coloro che hanno scelto gli risolvano i problemi grazi alle mirabolanti promesse fatte. 


Intanto il 23 marzo si avvicina e presto capiremo a chi dara` l'incarico esplorativo Mattarella, e da questo dipenderà l'aspetto più inquietante meno, del fantasma del futuro.  Se toccasse a Di Maio potremmo assistere a una scena rovesciata, questa volta potrebbe essere lui a dover dire: "siamo arrivati prima ma non abbiamo vinto", come all'epoca disse Bersani. 

Io intanto ho preso le distanze di sicurezza dal mio bel paese e guarderò i prossimo avvenimenti grazie alla TV satellitare, al web, sorseggiando una buona birra tedesca. 

Una sola cosa chiederei, come una preghiera: se il M5S avra` l'incarico, non sfugga alla trasparenza che ha tanto predicato. Le consultazioni le faccia in streaming. Così oltre a bere la birra, posso mangiare anche una montagna di pop corn. 

Non vi preoccupate per me, continuerò a tenervi d'occhio. 










2 commenti:

  1. tienici d'occhio e non farci mancare il tuo punto di vista. Non servirà a niente ma a me piace ;)

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    1. il bello di internet e` questo: ti permette di stare vicino anche se sei lontano.

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