martedì 10 gennaio 2017

A stà luntane comme sape amare

Mia cara madre,
 ho passato qui Natale, lontana dalla mia amata terra, la Campania Felix, che però è anche una terra martoriata, maltrattata, depredata.
Quando la vita mi ha dato l'occasione di andarmene per un po', nelle condizioni di emigrante di lusso, l'ho presa come una occasione di crescita, conoscevo già la Germania e sapevo che, clima a parte, non mi ci sarei trovata troppo male, anzi.
In fondo in Campania i servizi pubblici sono allo stremo da un bel po'.
In questo mio andirivieni, un po' in terra teutonica, un po' a Portici, ridente cittadina ai piedi del Vesuvio, sono diventata un'anima divisa in due.
Cerco di spiegarmi meglio. Quando qualche mese fa durante il viaggio in auto che ho fatto per tornare a Napoli alla fine di novembre mi sentii male, mi portarono al pronto soccorso in Svizzera, dalle parti di Lugano. La cosa si risolse in poche ore, niente file, cortesia estrema, ogni operatore sanitario che si presentava al mio cospetto lo faceva sul serio, cioè si presentava proprio, mi dava la mano, mi diceva il suo nome e il suo ruolo, mi chiedeva come mi sentivo, se avevo bisogno di qualcosa. Quando mi hanno dovuto mettere l'ago cannula per la terapia e il prelievo, il giovane infermiere non è riuscito, mi ha bucato a vuoto, e ha dovuto chiamare il suo collega. Efficienti ma non per questo più bravi del nostro personale sanitario, che secondo me per preparazione eccelle, ma che mostra deficit in gentilezza ed educazione. Sono uscita dopo qualche ora che il mio dolore in petto si era calmato, accompagnata da una lettera per il mio medico curante che spiegava tutto e che conteneva i risultati di decine di analisi. Strabiliante.
Purtroppo dopo qualche giorno, arrivata a Napoli, ho avuto di nuovo bisogno di assistenza medica, in preda ad una emorragia, e il mio ginecologo non era reperibile, mi sono dovuta recare in un ospedale partenopeo.
Non voglio soffermarmi su come sono stata trattata, dopo una lunga attesa in cui l'unica cosa che mi dicevano era che dovevo attendere, e non si capiva bene nemmeno chi e cosa.
Il medico che mi ha visitata mi rimproverava del fatto di essermi rivolta a loro solo perché il mio medico di fiducia, privato, a pagamento, non c'era. Era molto seccato. Io so che mi sentivo male. So che il suo atteggiamento mi faceva sentire peggio, so che sono andata via senza uno straccio di terapia, indignata e rifiutandomi di firmare qualsiasi carta, referto, rifiuto di ricovero, che lui voleva che io firmassi. Ho pensato che andare lì fosse stato un errore e sono scappata via, camminando piano col poco di forza che mi restava.
Rintracciato il giorno seguente il medico privato, ho fatto nuova visita, ho iniziato una terapia, partenza.
Ma vaffanculo alla Campania Felix, me ne voglio tornare al più presto in Germania, ho pensato.
Però dopo il periodo natalizio trascorso qui, passata l'allegria dei mercatini di Natale, visitati sempre con un po' di angoscia e un occhio vigile a guardare se c'era polizia, e se potevamo trovarci un camion guidato da un pazzo terrorista addosso, mi sono imbattuta nel video del Governatore De Luca, che pubblicizzava il lavoro da lui fatto nell'ultimo anno. Treni, autobus, funicolari, ospedali. qui il video Bello, struggente e commovente. Vuoi vedere che ho fatto una cazzata ad andarmene? Ma come, io me ne vado e voi aggiustate tutto?
Poi leggo prima del Santobono in emergenza, (ne ho parlato qui) coi bambini sulle barelle,  poi dell'ospedale di Nola, dei pazienti curati per terra perché sono finite anche le barelle. 
Si accende una nuova polemica, all'ospedale arrivano le ispezioni, ricorderete che De Luca sulla Sanità aveva anche chiesto il ruolo di Commissario, e che per poterglielo attribuire si era resa necessaria una modifica di legge? leggi qui 
La situazione dell'Ospedale di Nola è grave, le foto sono girate sui social, non può essere ignorata. Scattano indagini, ispezioni, provvedimenti (leggi l'articolo), ma la colpa di chi è?  Dei medici, dei direttori sanitari, di chiunque ma non di chi ha operato i tagli su questo settore e chi ha malamente gestito i fondi esistenti? In quanto ai medici costretti a curare gli ammalati in ginocchio (come altro puoi visitare un ammalato che giace su un plaid sul pavimento?) forse avrebbero dovuto avere forse più spirito di iniziativa e portarsi da casa brandine, sedie sdraio, svuotare le cantine degli amici, magari qualche vecchio divano letto avrebbero potuto reperirlo? Ci saranno state anche responsabilità di mancate comunicazioni, ma certo questa emergenza parte da lontano. 
Lontano, come sono io in questo momento. Che non capisco più la verità dove sta, se nel video di De Luca o nelle parole del Vescovo di Nola Beniamino De Palma:  "Le colpe partono dai vertici delle istituzioni e del sistema sanitario, che non vedono le enormi difficoltà dell'ospedale di Nola nel rispondere con pochi mezzi a una platea di circa 500mila cittadini. La politica non agisca, a danno avvenuto, con soluzioni buone solo a strappare un titolo di giornale". 
Però una mia personale opinione me la sto facendo. 

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