giovedì 12 gennaio 2017

Non è più tempo di catene di cuoricini

In questi giorni è girata una catena che si ripropone periodicamente su FB: ti mandano un messaggio privato che chiede di mettere un cuore sulla bacheca senza scrivere altro per la prevenzione del cancro della mammella. 
Le catene in genere mi lasciano indifferente, le spezzo sistematicamente, e non me ne sento in colpa. 
Con la storia dei cuoricini è stato un po' diverso perché ho letto un post molto discreto, ma che invitava alla riflessione di una mia cara amica che la sua battaglia contro il "male" l'ha combattuta in prima persona.
Così ho scritto un post che spiegava il perché avevo rotto la catena e che terminava dicendo "più mammografie, meno cuoricini".
Ovviamente forse chi ha invece accettato di mettere il cuore in bacheca può prendere un post critico come un rimprovero, e ci sono stati commenti al riguardo. Qualcuno dice che queste catene servirebbero a tracciare gli utenti allo scopo di ricerche pubblicitarie, quindi questi giochini nasconderebbero fini molto meno nobili della prevenzione in medicina e scopi benefici in generale. Ma senza entrare nella questione, io mi chiedo invece quanto è realmente efficace questo tipo di azione. Un cuoricino in bacheca basta a sensibilizzare la popolazione sul tema? Personalmente credo di no. Personalmente credo che a volte le azioni sui social rischiano di diventare una sublimazione di azioni di impegno e civile e di lotta che dovrebbero esserci in prima linea. I cuoricini, i post, i social bombing (come quello che riempì la bacheca di Salvini di gattini, per intenderci) possono essere anche azioni simpatiche, ma da qui a sostituire una manifestazione, un sit in, un corteo, uno sciopero, ce ne passa. 
Da anima divisa in due, in questo momento, sono molto preoccupata. Perché mentre c'è chi mette i cuoricini in bacheca, nella mia città sta per chiudere il Consultorio. 
Quindi se poi l'azione dei cuoricini avesse avuto effetto e tutte le donne di Portici avessero deciso di prendersi cura del proprio corpo (in realtà molte già lo fanno) dove dovrebbero recarsi?
La questione non è sorta all'improvviso, la chiusura era paventata già dal 2015. Nulla è stata fatto per evitarla. Chiusura per motivi di sfratto: il locale in cui il Consultorio è ubicato è privato, e la Asl Napoli 3 da tempo non paga l'affitto, che i proprietari erano anche disposti a ribassare. Leggendo  l'articolo a firma di Dario Striano "Circa tremila prestazioni di ginecologia l’anno; oltre seimila vaccinazioni1600 assistenze psicologiche600 prestazioni annuali di mediazione familiare1500 accessi per l’area neuropsichiatrica e ancora corsi di preparazione al parto e spazio dedicato agli adolescenti: numeri da eccellenza campana che però non riuscirebbero a salvare le sorti dello storico consultorio di Portici, diventato nel corso dei tanti anni di attività sul territorio un punto di riferimento importante per gli utenti porticesi e dei comuni limitrofi." possiamo capire di più su come si è creata nel tempo questa incresciosa situazione.
Quello che un articolo di giornale non ci può spiegare, invece, è cosa possiamo fare noi per evitare che una simile sciagura si abbatta sulla città. Io mi augurerei, per le donne, i bambini, per tutta la cittadinanza porticese, che la città sappia rispondere con una mobilitazione di massa, che sappia unirsi su un obiettivo comune, che è di interesse generale ma che riguarda soprattutto le fasce socialmente più deboli visto che chi i soldi ce li ha può sempre rivolgersi alla sanità privata. 
Mi auguro quindi di vedere meno post su Fb che inneggiano a cercare il responsabile, tanto lo sappiamo già, questo gioco dello scarica barile a Portici vede parecchi campioni nazionali di quello che è diventato da anni uno sport olimpionico. 
Meno cuoricini, più mammografie, avevo scritto. 
Ora dico: meno chiacchiere su fb, più manifestazioni di lotta. 
La sanità in Campania è al tracollo, le politiche nazionali per la sanità sono a dir poco disastrose e il presidio del Consultorio di Portici non possiamo permetterci di perderlo. 

p.s. se organizzate, se organizziamo, mi metto su un aereo e in due ore sono lì. 

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