venerdì 13 gennaio 2017

Ci voleva Fiorello

"Basta cronaca nera in tv a tutte le ore del giorno con schizzi di sangue e collegamenti dalle case dell'orrore. Di questi casi si occupino i tg e la magistratura e non i rotocalchi": è l'accorato video appello di Rosario Fiorello, ripreso con uno smartphone e postato stamattina sui suoi canali social rivolgendosi alle reti generaliste e "ad Antonio Campo Dall'Orto e Piersilvio Berlusconi" in primis.

Ore e ore di trasmissioni, con immagini e spiegazioni dettagliate, "non fanno altro che spaventare bambini e anziani e scatenare anche fenomeni di emulazione". Fiorello parla da spettatore. "Io non sono nessuno - chiarisce - e lavoro in tv quando ne ho l'opportunità. Non voglio criticare il lavoro degli altri o le scelte editoriali delle reti, ma vorrei porre uno spunto di riflessione. E' possibile intervenire ed eliminare una volta per tutte questi casi dai rotocalchi? Nel pomeriggio una volta si faceva gossip, si sorrideva di Briatore o della Tatangelo... Parlate di libri, parlate di storia. Non potete ammorbare il pubblico per ore con dettagli di cronaca nera.
Davanti alla tv - aggiunge Fiorello - ci sono anche i bambini... Mia mamma e gli anziani come lei sono terrorizzati".
Ma, è l'amara conclusione, "quelli che decidono vedono che gli ascolti di queste cose funzionano e 'glie danno dentro'. 
Chi vuole delinquere guarda la tv, naviga in rete, trova facilmente indicazioni su come fare e compie altri delitti. Non faccio nomi di trasmissioni e di programmi, ma vi prego - conclude Fiorello - cambiate registro, datevi nuove regole". fonte Ansa 
Parole di assoluto buon senso, che invocano l'etica messa da parte per seguire gli ascolti, che chiedono una riflessione sull'opportunità che dovrebbe prevalere sull'opportunismo. 
La verità è che in tanti non ne possono più, ma sono quei tanti che forse la TV la guardano sempre meno, mentre esiste una fascia di telespettatori che resta supina, che subisce ogni contenuto, che è diventata una passiva platea di giurati silenti di processi mediatici. 
Perché i casi di cronaca nera non vengono solo annunciati o raccontati, vengono esaminati da stuoli di ospiti, qualificati o meno, ci sono gli avvocati, i criminologi, persone che per motivi professionali hanno a che fare con la giustizia, ma anche personaggi dello spettacolo, che pure hanno sempre un'opinione sulla vicenda. 
Poi c'è la caccia al supertestimone, allo scoop, quasi come se le trasmissioni televisive potessero sostituirsi al lavoro degli inquirenti, come se la ricerca della verità dovesse avvenire in uno studio televisivo anziché in un'aula di tribunale.
I particolari agghiaccianti vengono ripetuti più volte al giorno, in un magma mediatico che avvolge prove del DNA, incidenti probatori, intercettazioni, arme del delitto. 
Non c'è alcun rispetto per le vittime, nessuna umanità, nessun riguardo. Ogni tanto c'è anche il giornalista?! che chiede al parente della vittima, magari un genitore, come si sente in quel momento, cosa vorrebbe dire all'assassino, e altre domande che proprio si potrebbero risparmiare.
Ci voleva Fiorello per dire che bisognerebbe smetterla, che bisognerebbe farsi domande sulla possibilità che un tale accanimento mediatico possa provocare emulazioni? 
Probabilmente le cose che ha detto Fiorello le pensiamo in tanti, e probabilmente le parole dello showman hanno un suono diverso visto che sono state pronunciate dopo la recente polemica che ha investito la conduttrice Barbara D'Urso che ha usato parole discutibili parlando in trasmissione con la ragazza di Messina bruciata fuori alla porta di casa dal suo fidanzato. leggi 
Fiorello deve ricordare un dovere morale che chi fa spettacolo dovrebbe avere molto bene in mente, mentre conduttori poco qualificati devono parlare di casi di cronaca nera. 
Siamo arrivati al sonno della ragione, e anche di quelli che dovrebbero vigilare. 

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