domenica 8 gennaio 2017

Piccolo angolo pubblicità - Tra estetica ed etica. Seconda parte

Avevo già annunciato che più che dai feti/mamozi canterini di Carlo Conti, in questi giorni la mia attenzione era stata attirata da una pubblicità che imperversa sul piccolo schermo, precisamente quella di Poste Italiane.(guarda lo spot qui)
Avete presente, quella del robottino che studia gli umani, per la precisione gli impiegati delle Poste per diventare come loro? Il robottino conclude dicendo che si impegnerà tantissimo per conquistare una crescente umanità.
Tutto ben confezionato, a partire dalla voce narrante, per l'esattezza quella di Roberto Pedicini, noto doppiatore, la voce ufficiale di Kevin Spacey per intenderci, secondo autorevoli pareri forse un po' troppo stereotipato, secondo me che invece sono molto ignorante in materia un po' troppo stucchevole in questa interpretazione del robot che sogna di diventare un postino perfetto.
La colonna sonora è la canzone Mad Word nella versione di Jasmine Thompson, la sceneggiatura si ispira a vari film di fantascienza, mi ricorda un po' l'uomo bicentenario, un po' il film di animazione Robots, e certo chi l'ha scritta aveva ben presente le tre leggi della robotica di Azimof (leggi qui).
Tutto struggente, dunque, il robot apprezza la tecnologia crescente dell'azienda ma riconosce di non averne l'umanità. Volete sapere cosa mi disturba in
tutto questo? Che in realtà Poste Italiane sta vivendo un processo che dalla umanità la sta allontanando. Eh si, perchè la seconda fase della sua privatizzazione, già rinviata, è oramai imminente, (leggi qui ) le poste diventeranno una s.p.a., una società per azioni che avrà quindi come suo unico ed esclusivo interesse il profitto. E' la legge del mercato. Un privato che investe vuole e deve guadagnare. Alla faccia dell'umanità, che sarebbe tutt'altro.
Ad accrescere le mie perplessità è un comunicato sindacale della CGIL SLC che mette in luce come nella lettera di fine anno, il  direttore della Divisione Mercato Privati lamenti l'assenteismo degli impiegati, laddove invece pare che le assenze del personale siano tutte regolari e normate per legge. (leggi qui)
Lo spot assume allora ai miei occhi un altro significato: vuoi vedere che i vertici di Poste Italiane sognano impiegati robot, che non si ammalano, non prendono permessi per la 104 e neanche protestano? Alla faccia della proclamata vicinanza, fiducia, disponibilità di cui parlano nello spot.
Credo a questo punto che questa pubblicità non sia né commovente, né onesta, nè eticamente corretta.
 Fanculo i robot, restiamo umani. (ringrazio la regista e attrice Daniela Cenciotti per la sua preziosa consulenza)


1 commento:

  1. Analisi assolutamente condivisibile. E credo che Poste Italiane non sia l'unica società a pensarla così...

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