mercoledì 4 gennaio 2017

Quest'anno ho deciso di farmi un regalo, mi regalo un blog, che oggi fa tanto figo, se non hai un blog non sei nessuno. In verità nessuno dovrebbe essere nessuno, cioè, ognuno, blog o non blog un suo valore ce l'ha, magari quello che può variare sono le ragioni per cui tenere un blog. In realtà il blog nel mio caso ha il valore di un diario virtuale, ma non di un diario segreto, con quelli ho smesso tanti anni fa, quando mi accorsi che mio padre lo aveva letto, e la mia reazione all'epoca fu anche abbastanza forte. Riempii la mia camera di cartelli artigianali, con frasi abbastanza criptiche ma mica tanto, in cui rimarcavo il mio disprezzo per la violazione della privacy che avevo subito. Da allora cominciai a scrivere poesie, nascondevo in versi il mio dissenso adolescenziale e mio padre aveva meno desiderio di indagare su quelle rime che dovevano sembrargli senza alcun significato.
Dunque oggi, 4 gennaio 2017, mi riapproprio dell'antica abitudine di raccontare i fatti miei a un foglio di carta, solo che visto che di anni ne sono passati almeno quaranta, il foglio è diventato elettronico, le mie mani sono più cicciottelle (oddio, non solo le mani, sono proprio molto più tondeggiante per intero) e probabilmente potrei perdere a causa dell'età più spesso il filo del discorso del mio racconto.
Il mio diario parte in un anno particolare, in cui per vicende familiari ho deciso di prendermi un po' di sosta dal lavoro e mi sono trasferita dalla mia amata Portici, mia cittadina adottiva dove ho abitato finora sin dal 1990 (resterò però napoletana verace dentro per tutta la vita, cresciuta sulle panchine di Carlo III per la precisione). Sono arrivata qui in Germania solo da qualche mese, non parlo ancora una sola parola di tedesco ma comincio ad apprezzare la mia condizione di cervello in fuga, compreso di cuore, fegato, milza, e soprattutto stomaco. Se vorrete leggere vi racconterò come passo le mie giornate qui, tra avventure, disavventure e qualche viaggio in paesaggi incantati ma anche nella gastronomia locale. Vi avverto però che nel frigorifero ho ancora una porzione dei miei amati friarielli, e il giorno che dovessi sentire più forte la malinconia li tiro fuori e me li mangio in pochi secondi. Ovviamente, se non vi interessa la mia vita me ne farò una ragione, anzi, in realtà mi pare assolutamente più ragionevole declinare la lettura di queste pagine che sbirciarvi anche solo per curiosità. Però vi assicuro che di cose divertenti da raccontare ne avrò tantissime, perché nella mia vita non ho rinunciato a sorridere mi, nemmeno nei momenti più bui, perché la vita in fondo è una cosa buffa, buffissima, piena di cose divertenti.

5 commenti:

  1. Vai Patty..lo sai che mi piace leggerti?aspetto nuove in quel di Germania..

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  2. Ed io ti seguo! Le tue riflessioni sono sempre piacevoli e ironiche quindi sbircerò che combini in Germania

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  3. Ci siamo conosciute a Napoli, in uno degli incontri preparatori della campagna dei referendum sociali. Appassionata,vitale ed impegnata. Vera.
    Il nostro viaggio insieme continua...

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