venerdì 27 gennaio 2017

L'amnesia è dietro l'angolo

"E' avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire." (Primo Levi)
Il 27 gennaio è la giornata della memoria, tutto il mondo ricorda l'Olocausto, tutto il mondo ricorda l'irrompere dell'Armata Rossa nel campo di sterminio di Aushwitz che rese tangibile e visibile al mondo intero quello che lì dentro era accaduto. Migliaia di uomini donne e bambini barbaramente uccisi solo perché ebrei, o sgraditi al regime nazista. 

Ma oggi non basta ricordare questo massacro, bisognerebbe riflettere su come sia stato possibile arrivarci, perché purtroppo potrebbe succedere ancora, e forse sta già succedendo. Bisognerebbe rintracciare il seme dell'odio, e distruggerlo, coscienti che esso spesso è nascosto tra altri semi, e si mimetizza, si nasconde, e continua ad essere piantato ogni giorno. 
Dovremmo cominciare a ripensare quella straordinaria creatura che è l'essere umano, come una meraviglia di un Dio onnipotente o di un meraviglioso disegno della natura, e provare ad abbattere ogni stereotipo e ogni generalizzazione. 

E' la prima volta che passo il giorno della memoria in Germania, e questo mi porta a fare considerazioni nuove. Qui la parola nazismo è tabù. Se qualcuno provasse a pronunciarla in un bar affollato, si girerebbero tutti per vedere chi l'ha pronunciata. 
Qualche anno fa un mio amico che ha sposato una donna tedesca mi raccontava che i cittadini comuni erano abbastanza favorevoli affinché venissero concessi alla Grecia nuovi aiuti finanziari, perché sperava che una ipotetica generosità potesse fare dimenticare al mondo quello che avevano fatto, e per cui si sentivano ancora in colpa. 

Del resto che i tedeschi siano un popolo che gode dell'antipatia di molti è vero, io stessa prima di mettere piede in Germania ero piena di pregiudizi. 
Nei primi viaggi che feci qui a volte mi capitava di guardare la gente seduta al bar, con un boccale di birra davanti, a parlottare allegramente con gli amici e mi chiedevo come era stato possibile che questa stessa gente che mi sembrava pacifica e gaudente si era potuta trasformare in un esercito di assassini criminali. 

Oggi leggo ancora su qualche bacheca di FB "sono passati 72 anni ma i tedeschi non sono cambiati". Ma che memoria è quella che dimentica che gli italiani erano gli alleati dei tedeschi, che li hanno aiutati a compiere lo sterminio, che le leggi razziali erano in vigore anche nel nostro paese? Certo, non tutti gli italiani tacquero, e quelli che rimasero in silenzio non lo fecero tutti per lo stesso motivo. 
Allora basta, ma proprio basta con gli stereotipi, perchè tutti ne possiamo essere vittime. 

Pensate che una delle prime donne tedesche con cui ho fatto amicizia qui dopo un incontro politico mi disse "che bello, mai potevo pensare stasera di conoscere una napoletana vera, voi napoletani siete così allegri". Pensai quasi di dirle che avevo dimenticato il mandolino a casa.
Stereotipi. I napoletani hanno il sole dentro, però sono camorristi, i siciliani sono passionali  ma anche mafiosi, gli americani sono tutti guerrafondai, i rom rubano, i neri hanno la musica nel sangue ma puzzano, i polacchi sono tutti ubriaconi, i francesi hanno la puzza sotto al naso, ma anche basta. 

Perché l'odio per gli ebrei e il conseguente sterminio per il progetto di un pazzo che nazioni intere si misero a seguire nasce dagli stereotipi ad essi legati: gli ebrei sono usurai, hanno portato la peste, hanno ucciso Gesù. 

Gli ebrei oggi sterminano i palestinesi, qualcuno dice. Confondendo lo stato di Israele con i seguaci di una religione. Israele non è "gli ebrei", Mussolini non era gli italiani, Hitler non era "i tedeschi".
L'essenza degli esseri umani è in parte dovuta al proprio patrimonio genetico, in parte a una serie di fattori culturali, economici, perfino climatici a cui l'individuo è esposto sin dalla nascita. Un tedesco che vive in Italia per 10 anni non sarà mai più come era prima. Un bambino rom adottato da piccolo da una famiglia inglese o di un qualsiasi altro paese non credo si metterebbe a chiedere a chiedere l'elemosina in automatico quando passa per un casello autostradale. 

L'unica razza che esiste è la razza umana, e può essere meravigliosa ma anche crudele. La storia ce lo insegna e noi dobbiamo ricordare per non ripeterla. Perché i nuovi ebrei potrebbero essere gli immigrati, i rom, i messicani, e con il vento nazionalista che si fa strada in tutto il mondo, l'amnesia colpevole che permette il ritorno del razzismo è dietro l'angolo, e potrebbe non avere i baffetti ma volti angelici quasi rassicuranti, potrebbe non vestire uniformi ma felpe colorate. Sta a noi ricordare e riconoscere un passato che non vogliamo torni più. 

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