mercoledì 18 gennaio 2017

Parla di Napoli e poi muori

Se c'è un argomento del quale sia difficile parlare senza scadere nelle banalità, nei luoghi comuni, senza tirarsi addosso le ire funeste di molti, ebbene quell'argomento è la mia città, Napoli. Perché è così compressa e complicata, è un tale groviglio di straordinarie peculiarità e contraddizioni che neanche chi come me ci è nata e cresciuta, può essere sicura di averne afferrato l'essenza. 
E poi ogni volta che qualcuno parla di Napoli scatena una polemica, che sia Mughini, o Sgarbi, o Saviano, sbagliano tutti. Perché è così. Perché sbaglia chiunque pensi di poterla capire fino in fondo, chi ci si accosta con piglio troppo sicuro, perché a Napoli ci si deve accostare in punta di piedi, senza fare rumore, con rispetto. 
Probabilmente sto sbagliando pure io, però lo metto in conto, e ne parlo da figlia devota, orgogliosa, grata, per quanto Napoli ha saputo insegnarmi, e per quanto ancora mi insegna anche ora che ne sono lontana. Napoli trascurata dalla politica nazionale, se non per farci le campagne elettorali, Napoli vilipesa, tradita, mostrata ai telegiornali tra montagne di rifiuti. Napoli che non ci sta, che vuole risorgere, che vota un sindaco ex magistrato forse anche per dispetto, per strapparla a chi indegno ed ingrato l'aveva ridotta così. 
Napoli che non è Gomorra, ma che è anche Gomorra, perché quando io ho visto il film tratto dal romanzo di Saviano mi sono sentita male fisicamente, perché ho rivisto scene di vita quotidiana che già conoscevo, visto che  all'epoca insegnavo in una zona che viene chiamata "il Bronx di San Giovanni" e se la chiamano così un motivo ci sarà. 
Napoli ultimamente non va d'accordo col PD, alle amministrative sono già due volte che non arriva neanche al ballottaggio, e pensare che anni fa Napoli era una delle sue maggiori roccaforti. Eppure Matteo Renzi ci si era messo d'impegno per recuperare, ultimamente ci veniva spesso. Poi certo, si metteva a fare il braccio di ferro col Sindaco scelto dai napoletani per Bagnoli ed altre questioni, incurante del fatto che la mancata collaborazione tra istituzioni crea ritardi che paga la popolazione, ma lui è così, è un uomo puntiglioso, di principio. 
Quando Renzi era il Presidente del Consiglio e veniva a Napoli ce ne accorgevamo tutti. La città era blindata, che tu uscendo di casa e vedendo tanto dispiegamento delle forze dell'ordine pensavi: "Madonna, non ho sentito il telegiornale prima di scendere, vuoi vedere che è in atto un colpo di Stato e non lo so?" E invece c'era solo Renzi in visita a inaugurare qualcosa. 
Ieri, invece, che Renzi è stato a Napoli non se ne era accorto nessuno, è venuto in incognito, senza dire nulla, a parte poi scrivere un post su FB, e far rimbalzare la notizia tra un giornale e una trasmissione TV. 
E' venuto a Napoli, e mica perché il giorno precedente c'era stata una infuocata direzione PD in cui un gruppo di amministratori locali di fatto sfiduciava il segretario provinciale Carpentieri, ultimamente molto in difficoltà, no. Mica è venuto a riportare un po' di pace in un partito dilaniato, in cui la rottamazione non ha prodotto buoni frutti,la cui sede qualcuno definisce "le catacombe di via Toledo". Lui quando era il Presidente del Consiglio agiva da Segretario di partito, ora che è solo Segretario viene a Napoli a fare il turista.  
Non dice niente a nessuno ma poi ci racconta tutto, dal pranzo con il suo amico pediatra fratello di Giancarlo Siani, con cui discute della "necessità di scommettere sulla cultura e sull'educazione come presupposto della legalità".
Bella frase, non c'è che dire, solo che io non sono d'accordo sul come Renzi intenda scommettere, affinché quella frase non resti un bell'enunciato. Perché quando l'ha avuta l'opportunità di fare qualcosa, e di investire soldi per la cultura, non ha trovato nulla di meglio che elargire un bonus lotteria di 500 euro ai diciottenni, a prescindere dal reddito, mentre avrebbe potuto con gli stessi soldi pensare a qualcosa di meno demagogico e più efficace. Tanto poi i neo-maggiorenni al referendum del 4 dicembre hanno votato No, non ti compri il voto di un ragazzo con una mancia.  
Dopo il pranzo Matteo Renzi si è recato a Scampia e coglie l'occasione per ricordare che il suo governo " ha stanziato molti fondi per le periferie e ha messo a disposizione del Comune di Napoli le cifre necessarie per abbattere le famigerate Vele, ma non bastano i soldi. Occorre un progetto complessivo, perché le persone per ripartire ci sono e ne ho incontrate diverse anche oggi."
Ovviamente le persone sono quelle che ha incontrato lui, il progetto è quello che ha in mente lui, che ha capito Scampia in poche ore, mentre io mi ci continuo a perdere ogni volta che ci vado, tanto è disorientante quel reticolo di strade e di palazzi tutti uguali, tutti informi, tutti grigi. Da anni associazioni, volontari, comitati cittadini agiscono su quel territorio, a volte ottenendo grandi risultati, a volte sbattendoci la testa e restando con un grande senso di frustrazione. Ci vuole un progetto complessivo. Non ci avevano pensato, meno male che Renzi c'è. 
Ma il meglio della banalità viene alla fine del post su FB con cui Renzi ci ha informato della sua discesa partenopea, che a mio parere è contenuto nella frase "lontano dai flash e dalle polemiche, ma vicino alle difficoltà della quotidianità". Ho detto banalità ma forse avrei dovuto dire falsità, perché se voleva davvero stare lontano dalle polemiche questa piccola lezione di vita doveva tenersela per sé e non dispensare la sua raggiunta saggezza Urbis et Orbis.
Falso, come una banconota del Monopoli, falso, come il suo "Enrico stai sereno", o il "Se perdo il referendum lascio la politica", o "non voglio diventare il Presidente del Consiglio prima di passare dalle urne elettorali". 
Fa bene de Magistris ad ironizzare sulla passeggiata napoletana di Renzi, "Renzi premier di strada? Ma per quello abbiamo il marchio registrato",leggi qui perché a volte l'ironia stende al tappeto la retorica meglio di un gancio sinistro. 
Caro Matteo, insomma, non sei stato credibile, e per dirtela come si dice a Napoli: "fatte accattà a chi nun te sape".traduzione E se non capisci cosa significa, torna a Scampia e fattelo spiegare. 



1 commento:

  1. Patty...Matteone è venuto ad "annusare l'aria"...il nostro caro Sindaco è giunto al suo ultimo mandato...e trovare un degno sostituto non sarà cosa facile...ormai ci ha abituati bene e gurdandomi in giro...uno come lui non c'è...nutro due speranze per il futuro della nostra Città e della Nazione intera...la prima è che Giggino trovi, "addestri" e segua un degno suo successore...la seconda è che riesca a portare questa sua esèerienza "Amministrativa/Politica" su base Nazionale, che crei una forza (no già ne abbiamo avuta una!)...un movimento (no nemmeno...peggio che andar di notte)...insomma anche un Partito che si candidi a GOVERNARE il paese, cosa che oggi quasi nessuno vuole fare.
    Magari tu che lo conosci potresti "intercedere"...

    Ciao

    Antonio Serpi

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